Anno della misericordia 2016
di Mario Carrera
Il tempo e lo spazio sono due elementi essenziali alla vita di fede. Il tempo è per la ricerca e lo spazio per il pellegrinare nei sentieri della vita. Anche la «Porta», che in quest’anno siamo invitati a varcare, è il simbolo di un itinerario verso la terra promessa vivificata da un clima di misericordia. Nel tempo della storia umana il lavoro di Dio è di perdonare, di seminare misericordia con amore, perché il tempo è, comunque e sempre, una carezza affettuosa di Dio sul nostro cuore umano. San Giuseppe ha certamente celebrato dei giubilei durante la sua vita terrena e, oggi, ci accompagna con il suo sguardo paterno nel sostenere la fatica del vivere e nell’aiutarci con il suo esempio e la sua intercessione a guarire le ferite della vita. Come stella polare del suo magistero papa Francesco ha scelto il motto «miserando atque eligendo», che potremmo tradurre: «amare sempre con un cuore pieno di misericordia».
La misericordia, infatti, è la sostanza dell’evangelo di Gesù che è passato su questa terra facendo del bene a tutti, cioè perdonando e amando. La misericordia sorretta dall’amore è la materia indispensabile nella costruzione di un’esistenza positiva. In questo laboratorio pure noi siamo chiamati a lavorare con perseveranza. Non possiamo accontentarci di un gesto isolato di bontà, ma è necessario avviare un processo che dura nel tempo. Papa Francesco ha raccontato che da giovane ha fatto un’esperienza singolare che ha determinato il percorso della sua esistenza. Prima di una scampagnata con gli amici, Jorge Mario Bergoglio si era sentito spinto a entrare nella chiesa di San Giuseppe de Flores in Buenos Aires. Dopo un momento di preghiera, ha avvertito il desiderio di confessarsi. Da quell’incontro con la misericordia di Dio, il giovane studente ha percepito la chiamata alla vita sacerdotale. «Mi successe una cosa strana in quella confessione, non so che cosa esattamente, ma mi cambiò la vita.
Fu la sorpresa, lo stupore di un incontro - ha continuato papa Francesco - che qualcuno mi stava aspettando. Da quel momento per me Dio è colui che ti anticipa. Tu lo stai cercando, ma è lui a trovarti per primo». In un altro colloquio confidenziale, durante il suo ministero episcopale in Argentina, Jorge Mario Bergoglio ha confessato che «Dio lo si trova mentre si cammina, si passeggia, lo si cerca e ci si lascia cercare da Lui. Sono due strade che si incrociano e ci rendiamo conto che Lui ci aspettava, ci aveva preceduti». In una stagione in cui la nostra cultura sta relegando la presenza di Dio tra le cose inutili, è necessario un sussulto per recuperare la memoria di un passato intriso di fede e di grandi ideali spirituali, tentando di vivere quest’Anno della Misericordia riempiendo il futuro di una misericordia, ricevuta e donata, e usare come terapia di guarigione la pazienza, la fiducia, la preghiera e la lettura dell’Evangelo. Nella persona di Gesù, il Redentore, che abita nella parola come l’anima vive nel corpo, Dio ha stretto un patto di eterna alleanza con ogni creatura umana. In questo patto di amore è garantita una cura materna che ci riabiliti e permetta di vivere un’esperienza di tenerezza nei confronti di Dio che, nella figura di Gesù, è il buon pastore sempre attento a recuperare gli smarriti.
O Signore, donaci la gioia di incontrarti con il tuo sorriso alla «Porta della misericordia» e fa’ fiorire sulle nostre labbra il grazie per averci donato una parola di amore e di averci chiamati all’esistenza. Fa’ che questo incontro con il tuo volto misericordioso riempia il nostro animo di gioia e che la tua tenerezza possa rinnovarlo ogni giorno; soprattutto donaci l’umiltà del cuore che sappia riconoscere che la nostra sete di infinito ha le radici nel tuo stesso cuore di Padre. Infine, fa’ che il cammino di quest’anno per i fratelli e sorelle sia un’autentica sorgente di gioia e di fiducia per il nostro futuro.