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Primo Mistero della luce: Battesimo di Gesù

di p. Ottavio De Bertolis sj

Mentre repercorriamo con le labbra le dieci Ave Maria, seguiamo con gli occhi del cuore questo mistero, che segna l'inizio della vita pubblica di Gesù. Lo contempliamo insieme a quella folla dolente di peccatori, di tribolati, di “mendicanti di Dio” che si reca a farsi battezzare.

Gesù non ha bisogno di un battesimo, ma viene lui a battezzarci nella potenza dello Spirito Santo; egli cioè scende nelle acque perché quelle ricevano il suo Spirito, perché possano dunque rendere efficace il Battesimo che noi stessi abbiamo ricevuto, che è un essere sepolti con lui per risorgere con lui. 

Egli dunque si immerge nelle acque perché noi possiamo essere immersi in lui; egli si rende partecipe della povertà della nostra umanità perché tutti noi possiamo essere resi partecipi della sua ricchezza di Figlio di Dio.«Dalla sua pie- nezza, infatti, noi tutti abbia- mo ricevuto» (Gv 1, 16).

Gesù viene proclamato «Fi- glio» dal Padre, mentre scende su di lui lo Spirito Santo. Viene proclamato nonperché non lo fosse già da prima, ma perché fosse manifestato a tutti ciò che egli è da sempre. Lo Spiri- toscende sul Figlio non perché da sempre non fosse già sceso, ma per mostrare che da sem- pre era su di lui.Piuttosto, dal Figlio ora passa e quasi scen- de su tutti noi, battezzati nel nome delle tre Persone divine. Intal modo, possiamo dire che il Battesimo di Gesù – nel quale si rivela al mondo la sua consa- crazione stessa alPadre, la sua missione e ruolo di Figlio – di- viene adesso anche il nostro, ci consacra come lui e ci abilita, percoì dire, a essere anche noi i gli come lo è lui.

Lo Spirito, che da sempre è su Gesù e che si è manife- stato nel Battesimo, è ora su di noi e cimuove e ci spinge ad agire come lui, a scegliere per noi quel che Cristo per noi ha scelto e desiderato; in altri termini, a vivere come: «Infatti, chi dice di dimorare in Cristo deve comportarsi come lui si è comportato» (1Gv 2, 6). Il Bat- tesimo ci rende i gli della luce e del giorno, come Cristo è la vera luce e il vero giorno; lo Spirito scaccia da noi le ope- re delle tenebre, infruttuose e morte, per farci vivere nella vita vera che è Gesù, il quale ha detto: «Io sono la via, la ve- rità e la vita» (Gv 14, 6).

Contemplare quindi il Battesimo di Gesù è rivivere il nostro Battesimo, è rendere grazie per lanostra i gliolanza, perché non siamo più stranieri rispetto a Dio, e nemmeno ospiti più o meno sgraditi e più o meno paganti, ma i gli ac- colti da sempre e per sempre. Come ogni padre è “per” il proprio i glio, qualunque cosa accada o costui faccia, così Dio è “per” noi, qualunque cosa noi possiamo fare, poiché non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ci ha amato per primo. L’essere i gli di Dio, il poter vivere cioè in una relazione diretta, immediata, fiduciosa, intima e personale con lui, è la nostra radicale consacrazione, dalla quale sgorgano tutte le altre possibili consacrazioni o vocazioni particolari: quella matrimoniale, quella sacerdotale o religiosa, e altre ancora; possiamodunque chiedere la grazia di scoprire o riscoprire la nostra vocazione, il nostro essere «i gli», e perciò – cheè la stessa cosa – riscoprire l’a- more di Dio.

Possiamo anche pregare per questa umanità dolente, che si immerge nel fiume del dolore e della fatica umana: come il cielo si apre al Battesimo di Gesù, così si possa aprire il cielo dei nostri cuori, delle nostre coscienze, per sentire la parola del Padre: «Ascoltatelo». Pensiamo a quanti “cieli chiusi” esistono, cioè cuori serrati, induriti dalla superficialità, dal peccato o semplicemente dall’indifferenza.

È lo Spirito che rende testimonianza, quindi l’ascolto e l’accoglienza di Gesù non sono opera di persuasione umana, ma frutto della grazia dello Spirito Santo. Con Maria preghiamo dunque chiedendo questo Spirito, chiedendogli che ci rechi la parola del Padre, quella parola di cui abbiamo bisogno, che è lo stesso suo Figlio. Lo Spirito infatti ci ricorda tutto quello che lui ci ha detto; lo Spirito apre all’ascolto, e per suo mezzo si compie quella parola che afferma: «Mandò la sua parola e li fece guarire, li salvò dalla distruzione» (Sal 107, 20).