L’obbedienza al Papa, un progetto educativo fondato sullo studio della religione, la vita basata sui principi cristiani e sulla carità verso i più bisognosi: erano questi gli impegni che 150 anni fa si assunsero i primi 11 giovani che a Roma avevano dato vita al Circolo della Gioventù Cattolica costituito con il titolo di San Pietro. In pieno conflitto Stato-Chiesa, e due anni dopo la fondazione della Società della Gioventù Cattolica Italiana da parte di Giovanni Acquaderni e Mario Fani (antesignana dell’Azione Cattolica Italiana), prendeva il via a Roma una presenza che da allora è sempre stata molto significativa, sia a livello ecclesiale, sia sul piano dell’animazione civile e culturale.
Due anni dopo l’Azione Cattolica nazionale, che ha celebrato nel 2017-18 il suo secolo e mezzo di vita, anche l’ACI di Roma ha voluto ricordare questa importante ricorrenza l’11 maggio scorso con una solenne celebrazione di ringraziamento presieduta dal card. vicario Angelo De Donatis nella Basilica cattedrale di San Giovanni in Laterano.
Da quel momento il percorso associativo proseguirà nelle parrocchie che saranno invitate a cercare le radici dei loro gruppi di AC e a ricostruirne la storia. Chiuderà le celebrazioni la XVII assemblea diocesana che si celebrerà nel 2020.
Accoglienza Straordinaria di Cooperativa Lotta contro l’emarginazione, Opera don Guanella, Fondazione Somaschi, Questa Generazione, Symplokè in collaborazione con Como senza frontiere.
Sarà un’occasione per parlare di prospettive, di desideri, di sogni sul futuro, col coraggio di andare oltre i confini della paura, oltre le barriere poste da definizioni di colore e razza; sarà un’occasione per affermare che una comunità aperta all’incontro, alla condivisione e allo scambio umano, è una comunità che promuove il benessere delle persone, che dà spazio e valore ai legami e che può fare la differenza nella vita di ciascuno.
La musica ci è sembrato il mezzo migliore per raccontare storie - più o meno visionarie - di un futuro possibile.
Da qui l’idea di animare la festa con un contest aperto a band e cantautori del territorio, che abbiano voglia di raccontare attraverso un brano di loro composizione i loro “orizzonti possibili”.
Presso Ostello Bello, via F.lli Rosselli, 9
“Feriti dal dolore, toccati dalla grazia. La pastorale della salute che genera il bene” è stato il tema del XXI convegno nazionale di pastorale della salute che si è svolto a Caserta dal 13 al 16 maggio scorso. Vi hanno preso parte i responsabili diocesani della pastorale sanitaria, gli esponenti di associazioni e realtà socio-sanitarie, oltre ad esperti, studiosi, medici e specialisti da ogni parte d’Italia. Rispetto ad altri ambiti della pastorale, quella “sanitaria” risulta molto trasversale e i grado di raccogliere una larga comunanza di vedute: il dolore tocca tutti, si è detto al convegno, e a tutti pone importanti domande di senso.
Obiettivo principale del convegno è stato mettere a tema la questione dei sensi come strumenti di conoscenza, di diagnosi e cura, di vicinanza e accompagnamento. “Toccati dalla Grazia”, la seconda parte del titolo, non è da intendere solo in senso spirituale, ma anche concreto, pienamente umano: il saper “toccare” il malato, essergli accanto, offrirgli una compagnia e assistenza che lo sappia far sentire seguito e anche rispettato e amato, pur nella sua fragilità a volte estrema, come nel caso dei moribondi.
Infatti, spiega il direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute, don Massimo Angelelli, dopo aver affrontato nel 2018 il tema della “vista”, attraverso la dimensione dello sguardo, quest’anno è la volta del tatto, del “toccare”.