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Mario Carrera

Mario Carrera

Il tempo delle ferie trova il suo centro di gravità nei nostri sensi. Nel tempo libero le attività sensoriali vengono stimolate dalla visita a luoghi nuovi, dalla frequentazione di ambienti nuovi, dal rinnovato messaggio offerto dalla natura e dalle bellezze che sappiamo scoprire. 

Le celebrazioni degli avvenimenti radicali delle nostra fede cristiana hanno bagnato gioiosamente la memoria di Cristo morto per amore e risorto come primizia in un corpo trasformato di immortalità. Ed ogni domenica – “piccola pasqua” settimanale - la comunità ecclesiale proclama di credere anche nella “comunione dei santi”. 

Vacanze senza tempo

La stagione del coronavirus ha tarpato le ali al desiderio di un diritto irrinunciabile quali sono le ferie estive; tuttavia, non lo spegniamo del tutto questo diritto, sindacalmente irrinunciabile, e umanamente necessario per vivere qualche giorno senza impegni pressanti ed incalzanti: riappropriarsi del proprio tempo e gestirlo a piacimento.

Tuesday, 01 March 2011 15:19

Nazareth: l'apprendistato del vivere

di don Mario Carrera

Per me hanno sempre avuto un grande fascino le parole di Paolo VI pronunciate a Nazareth in occasione della sua visita in Terra Santa. In quella circostanza il saggio maestro faceva appello agli anni della sua infanzia e, senza alcun pudore, il Papa diceva: «Oh, come vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa sublime scuola di Nazareth». In quel paesino, in quella santa famiglia, come in uno scrigno, Dio aveva collocato i tesori della creatività: l’obbedienza amorosa di Giuseppe, la disponibilità di Maria a pronunciare il suo sì e il grande capolavoro di umanità che fu Gesù. Fu proprio all’ombra di Giuseppe e di Maria che, in quella casa, Gesù imparò a essere uomo.

Thursday, 05 September 2013 11:33

Trasmissione radio - Settembre 2013

Questo nostro appuntamento mensile in compagnia di San Giuseppe è un appuntamento carico di affetto, di stima e di ascolto nell’armonia di suoni che solo l’anima innamorata e ricca di fede sa esperimentare. Vogliamo questa sera parlare a «cuore  a cuore» con San Giuseppe, il papà terreno di Gesù.
Vogliamo ambientare la nostra preghiera nella casa di Nazareth, questa famiglia esemplare che costruisce la propria esistenza in un intreccio tra il divino e l’umano.
San Giuseppe ci è maestro non tanto per le parole che non ha pronunciato, ma per l’ascolto che sa dare alle nostre parole e alle nostre richieste.
Il suo silenzio - l’abbiamo detto tante volte - non è mutismo, ma è un silenzio illuminato da irradiazioni con  tante sfaccettature che riflettono colori luminosi, quasi indicazioni di strade da percorrere per camminare  nel giusto sentiero della santità, pienezza di beatitudine evangelica.
All’inizio di questo appuntamento un cordiale saluto a tutti: alle ascoltatrice e agli ascoltatori, a chi ci ascolta in casa o per strada tornando dal lavoro, a chi sta preparando la cena, ma, in particolare modo, a chi è afflitto dalle molte contrarietà, avversità che partono dalla cattiva salute, dai disagi interiori delle depressione, dall’insofferenza nei confronti della stessa vita. Un saluto particolare a chi è arrabbiato con l’esistenza stessa, per chi ancora non ha trovato un motivo forte e valido per vivere, un ideale abbraccio a chi si sente inutile, solo, a chi è senza amici.

Ascolta!

 

Wednesday, 17 April 2013 11:46

A Pasqua fiorisce la vita

L’immagine è ardita, ma fotografa la realtà del battezzato investito dalla potenza dello Spirito. «Come il camoscio rapito dall’aquila, un attimo prima di morire, vede un panorama da lui insospettato, così la mente dell’uomo, illuminata dalla pienezza dello Spirito Santo, è colmata da una visione insolita e infinita». Dal sepolcro vuoto lo sguardo del credente si apre verso l’infinito di Dio. La risurrezione di Gesù ha sdoganato la morte e ha posto il sigillo dell’immortalità nella nostra carne redenta.

Thursday, 05 September 2013 12:46

La fede è un affidarsi a Lui in dialogo

Come sempre un nuovo anno sociale inizia con della rinnovata energia. I tempi non sono tra i più gioiosi, ma la volontà e la fiducia in Dio daranno speranza ai nostri propositi di bene. Stiamo percorrendo gli ultimi tornanti dell’Anno della Fede nella fervorosa ricerca del volto luminoso di Dio. Fra un paio di mesi si concluderà la tappa di questo itinerario con la festa di Cristo Re, re dei cuori, principe di pace e di fraternità. Tra gli strumenti per vivere il nuovo anno sociale molti dei nostri associati, per il centenario della Primaria Pia Unione del Transito di San Giuseppe, hanno ricevuto in omaggio un Vangelo, miniera di saggezza per percorrere gli itinerari della vita con le indicazioni di marcia dettate dal messaggio di Gesù. In questo «tascabile» è descritta l’esperienza della chiesa di Gerusalemme ed è narrata la vita delle primitive comunità cristiane disseminate nelle principali città dell’Impero romano.

Abbiamo iniziato la Quaresima con uno scoppio di vita; nella prima domenica il libro della Genesi proclamava: «Il Signore Dio plasmò l’uomo con la povere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita». Nella notte di Pasqua.  «è apparsa un’altra generazione, un’altra vita, un’altra maniera di vivere, un cambio della nostra stessa natura».    

Tuesday, 01 March 2011 15:19

Nazareth: l'apprendistato del vivere

di don Mario Carrera

Per me hanno sempre avuto un grande fascino le parole di Paolo VI pronunciate a Nazareth in occasione della sua visita in Terra Santa. In quella circostanza il saggio maestro faceva appello agli anni della sua infanzia e, senza alcun pudore, il Papa diceva: «Oh, come vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa sublime scuola di Nazareth». In quel paesino, in quella santa famiglia, come in uno scrigno, Dio aveva collocato i tesori della creatività: l’obbedienza amorosa di Giuseppe, la disponibilità di Maria a pronunciare il suo sì e il grande capolavoro di umanità che fu Gesù. Fu proprio all’ombra di Giuseppe e di Maria che, in quella casa, Gesù imparò a essere uomo.

Thursday, 05 September 2013 11:33

Trasmissione radio - Settembre 2013

Questo nostro appuntamento mensile in compagnia di San Giuseppe è un appuntamento carico di affetto, di stima e di ascolto nell’armonia di suoni che solo l’anima innamorata e ricca di fede sa esperimentare. Vogliamo questa sera parlare a «cuore  a cuore» con San Giuseppe, il papà terreno di Gesù.
Vogliamo ambientare la nostra preghiera nella casa di Nazareth, questa famiglia esemplare che costruisce la propria esistenza in un intreccio tra il divino e l’umano.
San Giuseppe ci è maestro non tanto per le parole che non ha pronunciato, ma per l’ascolto che sa dare alle nostre parole e alle nostre richieste.
Il suo silenzio - l’abbiamo detto tante volte - non è mutismo, ma è un silenzio illuminato da irradiazioni con  tante sfaccettature che riflettono colori luminosi, quasi indicazioni di strade da percorrere per camminare  nel giusto sentiero della santità, pienezza di beatitudine evangelica.
All’inizio di questo appuntamento un cordiale saluto a tutti: alle ascoltatrice e agli ascoltatori, a chi ci ascolta in casa o per strada tornando dal lavoro, a chi sta preparando la cena, ma, in particolare modo, a chi è afflitto dalle molte contrarietà, avversità che partono dalla cattiva salute, dai disagi interiori delle depressione, dall’insofferenza nei confronti della stessa vita. Un saluto particolare a chi è arrabbiato con l’esistenza stessa, per chi ancora non ha trovato un motivo forte e valido per vivere, un ideale abbraccio a chi si sente inutile, solo, a chi è senza amici.

Ascolta!

 

Wednesday, 17 April 2013 11:46

A Pasqua fiorisce la vita

L’immagine è ardita, ma fotografa la realtà del battezzato investito dalla potenza dello Spirito. «Come il camoscio rapito dall’aquila, un attimo prima di morire, vede un panorama da lui insospettato, così la mente dell’uomo, illuminata dalla pienezza dello Spirito Santo, è colmata da una visione insolita e infinita». Dal sepolcro vuoto lo sguardo del credente si apre verso l’infinito di Dio. La risurrezione di Gesù ha sdoganato la morte e ha posto il sigillo dell’immortalità nella nostra carne redenta.

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