it IT af AF ar AR hy HY zh-CN ZH-CN en EN tl TL fr FR de DE iw IW ja JA pl PL pt PT ro RO ru RU es ES sw SW
×

Warning

JUser: :_load: Unable to load user with ID: 62

Tuesday, 05 April 2011 12:20

Aprile 2011

 

Le meraviglie della preghiera

Reverendo direttore don Mario Carrera, ho ricevuto i ringraziamenti per l’offerta inviata e gli auguri per il mio onomastico; grazie di cuore per le sue attenzioni. In una mia precedente lettera le davo la notizia riguardo l’intervento subito da mio marito. Dopo sette mesi di chemioterapia è giunto il momento dell’intervento chirurgico. Entrato in sala operatoria alle 8 del mattino è uscito alle ore 17, operato per un grosso tumore al colon per il quale rischiava al 95% una stomia definitiva, che lo avrebbe condizionato per tutta la vita. Invece, con gioia e grande stupore dei chirurghi, questo non è successo. Anche questa volta il grande Santo ha messo la sua potente mano ed ha ascoltato le mie preghiere. Dopo un periodo di degenza è tornato a casa, sta bene, ed è sotto controllo medico. Ho tanta fiducia che San Giuseppe continuerà a vegliare su di noi anche perché chiedo al santo un’altra grazia importante: risvegliare in mio marito la fede e la frequenza ai sacramenti da cui, non so perché, si è allontanato. Anche per questo vi chiedo di pregare. Ringrazio di cuore.
Lettera firmata –
Sirone (Lecco)

La gioia di ospitare un orfano

Reverendo don Mario, eccomi a Lei per dire tutta la mia riconoscenza a S. Giuseppe, da tanto invoco il suo aiuto con la preghiera del Sacro Manto e, con il suo silenzio, mi ha esaudita. Nell’ultimo mio scritto, che ho visto pubblicato su “La Santa Crociata” del mese di gennaio, parlavo dei miei nipoti in attesa di adottare un bambino. Dopo tanto tempo sono stati chiamati e sono partiti per la Cambogia, proprio a Natale 2010. Sono poi rientrati in Italia il 22 gennaio scorso con il piccolo Manit. Descrivere l’emozione provata quel giorno non è cosa facile. Veramente un bel bambino e da quel che si capisce anche intelligente. Continuerò a invocare S. Giuseppe per altre intenzioni che porto nel cuore e perché sia veramente il protettore dei genitori adottivi, perché sappiano crescere bene i bambini loro affidati. A San Giuseppe continuo ad affidare tutte le mie intenzioni.
Rusconi Angelina, Erba (Como)

L’arte di accompagnare

Reverendo Direttore, sono figlia di una vostra vecchia abbonata (credo inizio anni ’50). La mamma è mancata all’età di 104 anni, il 5 dicembre scorso. Ha sempre letto con interesse la vostra rivista fino ad un paio di anni fa, quando la sua vista si era indebolita, ma è sempre stata lucida di mente e ascoltava attentamente mentre io leggevo per lei. Ho ricevuto oggi il numero di dicembre e provvederò quanto prima a rinnovare l’abbonamento utilizzando uno dei bollettini intestati a mia madre pregandovi, in futuro, di indirizzarlo alla sottoscritta. Chiedo una preghiera di suffragio per la mia cara mamma e una per me per superare questo triste momento.
Lettera firmata - Milano

La morte non spezza i legami di solidarietà

Egregio Direttore, ho ricevuto da alcuni giorni la rivista “La Santa Crociata” in onore di San Giuseppe e l’ho sfogliata. Veramente era la prima volta, nonostante l’avessi sempre vista a casa di mia madre. Ho letto che le persone che erano iscritte in vita alla Pia Unione, vengono  trascritte nei registri dell’Unione Suffragi dopo il loro decesso.
La mamma è deceduta il 28 settembre 2010 e, cosciente fino alla fine, ha ricevuto l’unzione con viva partecipazione, ringraziando alla fine il sacerdote. Nei giorni precedenti, quanto ha pregato! Recitava le giaculatorie che sicuramente aveva imparato dalla nonna e che aveva insegnato anche a me quando ero piccola… le ho rispolverate e ora anche io le recito alla sera prima di addormentarmi.
Io credo che San Giuseppe l’abbia aiutata ad affrontare il trapasso…  era così serena e in pace; infatti da quando era abbonata alla Pia Unione (e stava bene) lo pregava ogni sera e mi diceva: “È per una buona morte”. Chiedo gentilmente che la rivista venga inviata al mio indirizzo. Cordialmente.
Augusta Bettiol , Vilorba (TV)

 

La stanchezza nel cammino

Caro Direttore,
sono una vostra fedele abbonata anche se qualche volta mi attraversano dei dubbi. Devo confessare che in questo momento sono un po’ disperata. Sento che mi viene meno la fede. Da due anni mia figlia cerca lavoro senza trovarlo. Nonostante quest’ansia si sente dire che non lo trova perché non lo cerca. Questo mi fa soffrire anche per lei e poi mi scoraggio perché sento che la mia preghiera rimane inascoltata.
Spero anch’io di poter scrivere presto sulle «Pagine della riconoscenza» di aver ricevuto la grazia.
Lettera firmata

Gentilissima e cara Signora Luisa,
ho letto con molta attenzione partecipazione la sua lettera e ho raddoppiato la mia preghiera per lei e per la sua cara famiglia con la speranza che il vento possa soffiare nel verso giusto, in modo che possiate vedere l’approdo ad un porto dove possiate trovare serenità e gioia.
A volte capita di camminare in un sentiero buio senza vedere mai all’orizzonte una fiammella che indichi una presenza; è il deserto della solitudine nel quale ci sembra di essere stati dimenticati da Dio.
Nei salmi è frequente questo lamento di chi ha fede e prega, ma sente Dio come se fosse distratto.
Gesù ci ha detto  che «il Padre sa di quali cose avete bisogno prima ancora che voi lo chiediate». Dio conosce i nostri bisogni, ma noi non conosciamo la stagione in cui egli farà fiorire i nostri desideri, poiché dice il profeta Isaia: «I pensieri di Dio non sono i vostri pensieri e le vie di Dio non sempre sono le vostre vie». Dentro a queste vie, a volte misteriose, a volte drammatiche e sofferte, Dio non ci abbandona come naufraghi in mezzo alle onde, ma vigila costantemente su di noi e ci dona quella forza interiore che ci rende capaci di superare le difficoltà, di stare ancorati alla sua mano, sino al momento in cui la grazia richiesta ci sarà  donata e diventerà strumento della nostra crescita interiore.
Lo so che ci possono essere motivi di scoraggiamento, ma tentiamo di guardare Dio negli occhi stessi di Gesù che si è fatto nostro compagno di viaggio e distogliamo lo sguardo qualche volta, velato di invidia o di gelosia verso le persone che a noi sembrano avere di più dalla vita.
Per prima cosa  dobbiamo pregare di avere un cuore libero e la volontà generosa e perseverante di pregare e poi anche di agire e darsi da fare, affinché la nostra buona volontà possa «aiutare Dio» a far sorgere un’alba di luce che dia serenità alla nostra esistenza.
Non si scoraggi, io e lei con gli iscritti alla Pia Unione di san Giuseppe continuiamo a dire: «Sia fatta la tua volontà e dacci la forza perché possa eseguirla con serenità e gioia».
Un caro saluto  e l’assicurazione che non sarà sola a pregare, ma anche noi l’aiuteremo a far in modo che Dio possa aprire uno spiraglio di luce per questo tanti auguri.
Dio benedica lei e la sua cara famiglia.

Gioia per il 23 ottobre 2011

Reverendo don Mario, è da tempo che volevo scriverle, ma mi sono impigrita perché la mano destra fa capricci per cui non scrivo bene. Ho ricevuto la sua lettera di ringraziamento per l’offerta inviata ma non si doveva disturbare per tanto poco, se potessi dare di più lo farei. Mi rallegro con Lei e la sua congregazione per la canonizzazione del vostro Fondatore il prossimo 23 ottobre; spero poter seguire la funzione almeno in tv. Leggo sempre la rivista mensile e ne ricevo tanto bene; ho seguito il convegno che tempo fa avete organizzato e veramente mi ha fatto bene, mi ha tolto la paura della morte e con più fiducia mi preparo ad affrontarla. Ringrazio per il tanto bene ricevuto e per aver ricordato nelle sue preghiere i miei genitori defunti e anche per aver posto in evidenza i tanti problemi del mondo per cui mi sento spinta a pregare di più conoscendo tante miserie, a istruirmi sempre di più; non si impara mai abbastanza anche a 95 anni… Le chiedo una preghiera per la mia salute. San Giuseppe mi è stato dato come protettore nel S. Battesimo, ricevuto nel giorno della sua festa. La ringrazio di cuore. Mi benedica.
Suor Gilda Badoni,
Figlia della Carità



Wednesday, 11 October 2006 01:12

Testimonianze

L’accompagnare un malato nel suo cammino verso la morte è fatto di presenza, di attenzioni, di servizi, di dedizione, di contatti, di scambi. C’è la fatica e il dolore, il degrado e la perdita. L’intensità del momento sollecita vissuti forti, nel malato e in chi lo cura: dà spessore alle relazioni, smussa e scrosta perché è l’essenziale solo che ha il diritto di restare di fronte alla morte.
Ecco alcune testimonianze.

All’apparire delle prime gemme

…Durante l'operazione (del padre: coronarie ostruite), ci furono dei problemi, ma i medici dissero di non preoccuparci. Ma la stessa notte chiamarono dicendo che aveva avuto un arresto cardiaco. Quando arrivammo in ospedale si riaccese la speranza: lo avevano rianimato, tuttavia le condizioni restavano gravi.
Con i miei fratelli ci davamo il cambio davanti a quella porta chiusa (reparto di cure intensive). Qualcuno veniva a dirci che era inutile stare là, ma noi non volevamo lasciarlo solo...
L'ultima sera arrivai in ospedale più arrabbiata che mai. Ero lì in ascolto davanti a quella porta. Sentivo i rumori dei macchinari. Quei suoni mi sono rimasti dentro per tanto tempo. Mi dicevo: ora chiedo di entrare, ma non ho avuto il coraggio di farlo.
Improvvisamente, dentro di me la certezza che mio padre era morto e una grande pace nel cuore. Una voce dentro mi diceva di essere buona.
Si aprì la porta e il medico confermò quel che avevo già percepito.
Da quella notte la mia vita è cambiata radicalmente. Mi dico: “Ho visto la luce".
Dopo la sua morte in un cammino di fede ho ripercorso il suo. Con il cuore posso dire che lui sapeva che stava morendo e che quando mi faceva vedere le prime gemme del melograno, i suoi occhi "vedevano Dio".
Anna

Un conflitto che si fa armonia

Ho sempre avuto un rapporto distante e difficile con mia madre. A 91 anni le viene diagnosticato un tumore. Interrompo la mia attività per curarla. Non è facile: è lei che mi organizza la giornata, se m’allontano si arrabbia, dice che penso più agli altri. Passa comunque periodi di relativa buona salute e ogni tanto compaiono delle recidive. Il mio spazio si riduce sempre di più, ma quello che mi fa più male è il non sentirmi amata da lei, l’avere continui scontri con lei. E tuttavia la curo e divento per lei l’infermiera di riferimento: cerca solo me, non i miei fratelli. Anche se ci scontriamo, succede che mi dica grazie e mi dia un bacio alla sera dopo che l’ho sistemata. Sono attenta ai suoi bisogni e cerco di sostenerla.
Arriva il giorno del mio compleanno, i miei fratelli decidono di farmi un po’ di festa con lei. Non posso credere che anche lei, malgrado il suo stato, si metta a cantarmi gli auguri, a sorridermi con molto affetto. Sembra così contenta, sono stupita ma felice. Due ore dopo sta male e la fine è rapida. Quel che succede dopo mi stupisce ancora di più: malgrado il dispiacere siamo tutti sereni. è come se la mamma ci avesse fatto il dono di una grande pace, di farci vivere il commiato da lei in un modo tranquillo, come se quel che è successo fosse ovvio e avvenuto al momento giusto. è un segno che il Signore ha voluto bene sia me che la mia mamma, dandoci la riconciliazione.
Ester

 

Le traduzioni
in lingua straniera

Caro Padre Direttore,
la ringrazio per l'idea che ha avuto nel mettere accanto ad alcuni articoli una breve traduzione descrittiva dell'argomento di cui parla l'articolo. Gradisco in particolare la traduzione di due lingue: il francese che da giovane avevo imparato a scuola e mi permette un esercizio di memoria e l'inglese che mi offre il modo di sfogliare la rivista insieme a mio nipote e fargli leggere il piccolo brano scritto in inglese, una lingua che sta imparando a scuola. Questo aggancio  alla lingua mi permette di spiegargli le illustrazioni delle figure che accompagnano gli articoli, soprattutto le rappresentazioni sacra. Grazie per questa novità e prego che possa essere utile anche a tante persone. Affido la mia famiglia alle sue preghiere e la saluto.
Elisabetta - Milano

Le messe perpetue

Carissima Pia Unione,
scrivo per chiedere un favore. Vorrei la grazia che scriviate nel libro delle messe perpetue tutti i nostri poveri morti del Burundi, assassinati durante la guerra fratricida e che non hanno ricevuto una sepoltura come tutti i cristiani. Vorrei mettere sulle loro tombe comuni una croce ma non siamo ancora disposti a riconoscere questo onore a tanti poveri morti. Prego per loro in tutte le mie Sante Messe perché il Signore li abbia in misericordia. Iscrivendoli alla Pia Unione forse riceveranno la carità di tanti amici e fedeli di San Giuseppe.  Vorrei inoltre che si mettessero nell’elenco anche le persone morte nel disastro aereo sull’Atlan­tico, spariti nel profondo oceano, come se volessero ricordarci che vivendo senza Dio potremo sparire nel nulla e vana sarà la nostra ricerca con tutti i mezzi modernissimi. Scrutiamo l’universo immenso ma non possiamo scrutare nelle viscere del mare...
Saluti,
padre Vittorio Blasi

Caro Padre,
grazie del suo esempio di apostolo  e della sua sensibilità. Stia certo che sarà per noi un dovere e uno squisito atto di carità verso questi nostri fratelli e sorelle uccisi dalla violenza e dall'odio. La nostra preghiera e quella di tutti gli associati alla Pia Unione e dei lettori della Santa Crociata in Onore di San Giuseppe sarà per loro come una carezza di affetto e il segno di  partecipazione alla sorte di tanti fratelli che vivono in un clima di paura e di violenza. Il Dio della pace doni a loro pace e tocchi il cuore dei viventi in quella regione del mondo a nutrire sentimenti di pace e voglia di dialogo per colorare il futuro del loro paese con i colori dell'arcobaleno.
Le vittime dell'aereo francese, come tutte le vittime del cielo, della strada e degli abissi dei mari entrano, ogni giorno entrano nel cuore della nostra preghiera e nel grande abbraccio del Suffragio perpetuo.

Fiducia nella Provvidenza

Carissimo don Mario,
ho provveduto ad inviare una offerta per la celebrazione di una santa messa in onore di San Giuseppe, perché ho ricevuto una grande grazia, che non speravo più e, invece, il Signore ci ha guardato veramente da vicino. Continueremo io e mia moglie a pregare fervidamente ché Gesù non ci abbandoni mai e continui a elargire grazie su grazie specialmente quelle di cui più abbiamo bisogno ogni giorno. Preghiamo che la divina provvidenza venga in soccorso alle nostre necessità più urgenti, e che la grazia di Dio con lo Spirito Santo scenda su di me e sulla mia famiglia, e che illumini le nostre menti, e ci aiuti a tenere fede al cammino del Vangelo. Preghiamo ancora che gli Angeli ci custodiscano sempre nei nostri passi  e in particolare a San Michele Arcangelo che tenga lontano da me e dalla mia famiglia, dalla mia casa e dal posto di lavoro, tutte le insidie del nemico, del maligno, del demonio, e che li annienti per sempre e che non abbiano a tornare mai più. Vi ringrazio di cuore per tutte le preghiere e spero quanto prima di rendere nuove grazie che il Signore mi donerà.
Personalmente e in nome della mia famiglia chiedo che il Signore ci perdoni per tutti i peccati commessi.
Lettera firmata

Santità nascoste

Reverendo Direttore,
Le sono immensamente grata per aver iscritto la mia cara mamma al Suffragio perpetuo.
Sapere che la sua anima possa godere dei benefici di numerose Sante Messe, di fraterne preghiere e devote funzioni mi infonde sollievo e pace... il mio supremo desiderio è che possa raggiungere il Paradiso quanto prima, perché lei ne parlava sempre e diceva con dolcezza, amabilità e grandissima fede che non voleva "fare" il Purgatorio ma andare subito in Paradiso. Tanto più che è sempre stata fervente devota di S.Giuseppe! Quante preghiere e novene ha recitato per la famiglia e per il prossimo bisognoso, invitando tutti con l'apostolato e con l'esempio a venerare questo grande Santo.
Anch'io ho recitato il Sacro Manto su consiglio di mia mamma ed anche tuttora prego con fede San Giuseppe.
Certamente, il ricevere la tessera degli associati ha rinvigorito il mio animo e trasmesso nuovo fervore per la preghiera. Per questo Le chiedo, gentilmente, ancora un favore, cioè iscrivere alla Pia Unione anche mio marito.
Silvia Trotti

Lode e onore a Dio per
i 400 anni della Visitazione

Reverendo don Mario,
ringrazio vivamente lei e tutta la Pia Unione per i graditissimi auguri per il mio onomastico e ancor più per le preziose preghiere di cui sono veramente bisognosa insieme alla mia comunità. Mi ha molto commossa questo suo affettuoso ricordo: la Santa Vergine Addolorata lo prenda nel suo cuore e lo presenti a Gesù con la sua materna intercessione!
Approfitto dell’occasione per chiederle una preghiera per il 400° anniversario della fondazione del­l’Ordine della Visitazione che sarà celebrato il 6 giugno 2010 in ogni nostro Monastero nel mondo intero e in modo particolare ad Annecy che è come la nostra “santa sorgente”. Che tutto torni a gloria della Santissima Trinità!
Suor Maria Amata Sbaragli

Cara e reverenda Madre,
sarà mio dovere e gioia accompagnare la preparazione dei 400 anni della fondazione dell’Ordine della Visitazione da parte di San Francesco di Sales. Il santo della dolcezza e della mansuetudine ha nutrito un grande culto per il “papà” terreno di Gesù. In una mia peregrinazione ai luoghi significativi del culto a San Giuseppe, come a Le Puy e Coutignac, ho potuto visitare anche Annecy (una piccola Venezia) e celebrare l’Eucaristia sull’altare dove sono conservate le spoglie mortali di San Francesco di Sales e della sua fedele discepola la Chantal.
Nel mio cuore nutro un sentimento di perenne gratitudine per un monastero della Visitazione per una squisita ospitalità in un periodo della mia vita. Oltre al desiderio di assorbire nella mia vita la spiritualità di San Francesco di Sales, canta anche questo sentimento di riconoscenza. Già da ora a Lei e a tutti i monasteri delle "Visitandine" tanti auguri di santità.

Costruttori di armonie

Gent.mo diretttore,     
le scrivo per dirle che mia madre Maria Ottavia Montanaro non c'è più, è tornata alla casa del Padre il 29 luglio 2009, dopo 7 mesi di dolore a causa di una caduta in casa avvenuta la notte del 2 gennaio 2009. Per anni, mia mamma è stata abbonata alla rivista della Pia Unione. Sono uno dei suoi 5 figli e ricordo molto bene che in casa c'è sempre stato il calendario di san Giuseppe e la rivista. Siamo praticamente cresciuti in famiglia con la presenza costante di San Giuseppe.
Recentemente non parlava più, ma durante le sue sofferenze solo qualche parola di preghiera, comunque ha sempre pregato anche quando non ce la faceva più...
Riassumere i 73 anni di vita della mia amatissima mamma sarebbe lungo. La famiglia per lei era al centro di tutto: sia quella di provenienza, sia la famiglia che ha creato con nostro padre Vincenzo e i cinque figli: Giuseppe, Marisa, Patrizia, Pio  e Prudenzio.
Gesù ha voluto che vedesse tutti i suoi figli sposati. Noi abbiamo perso un bene prezioso, l'amore di una vita.
Con amore immenso il figlio Pio.

Preghiera
per un seminarista adottato

Reverendo Direttore,
la preghiera che trascrivo di seguito, trovata e “adattata” da un vecchio manuale di preghiere in onore di San Giuseppe, la recito ogni giorno per il mio “figlio spirituale”, unitamente ad altre preghiere e devozioni che scandiscono la giornata. Pregare per questo ragazzo è diventato il fulcro della mia vita. Che San Giuseppe ti accompagni, Matias Javier. Io con Lui , da tanti anni, ho uno stretto rapporto fatto di S. Manto, novene, preghiere e... parole, tante parole. E lui, ogni tanto, ma non così tanto, interviene. E sempre di mercoledì. Trascrivo la preghiera intitolata “Per compiere bene il proprio dovere”: “Glorioso San Giuseppe, modello di santa laboriosità, aiutalo a  santificare lo studio. Nella fatica intellettuale, e in quella fisica, ottienigli sempre: di lavorare con coscienza, mettendo il dovere al di sopra delle sue inclinazioni; di lavorare con riconoscenza e gioia, considerando un onore l’impiegare, nel compimento del suo dovere, i doni ricevuti da Dio; di lavorare con ordine e pazienza, senza mai indietreggiare davanti alla stanchezza e alle difficoltà; di lavorare soprattutto con purezza di intenzioni, pensando sempre che dovrà rendere conto del tempo perduto, dei talenti inutilizzati, del bene omesso. Tutto per Gesù. Tutto per Maria. Tutto a tua imitazione o San Giuseppe! Fa’ che ogni sua azione tenda a questo ideale di vita. Amen”.
Piera Paolucci - Roma

San Giuseppe
grande intercessore

Reverendo Direttore,
devo adempiere a una promessa fatta a S. Giuseppe, testimoniando una grazia ottenuta. Esprimo quindi la mia gratitudine al caro Santo, mio avvocato e intercessore, per aver riportato a casa il mio nipotino: un vero miracolo! Desidero anche ringraziare Lei, caro don Mario, per la rivista che ricevo ogni mese a casa e congratularmi per il suo editoriale, ogni mese è sempre più interessante e che di consueto leggo per primo. Un elogio anche ai suoi collaboratori per l’eccellente lavoro che svolgono. Mi complimento in modo particolare per la rivista di Agosto-Settembre, molto interessante, come l’articolo “Una ricetta per la felicità”, a pagina 9. Dovremmo fare tutti tesoro di queste parole e metterle in pratica. Interessante anche la storia della Basilica del Trionfale. Mando un’offerta per una lampada in onore di San Giuseppe, per i vostri assistiti chiedendo la carità di una preghiera per un ragazzo.
Antonietta Abbruscato - Canada

Lode per i sommarietti
in lingua straniera

Gent.mo diretttore,     
da tanto tempo mi propongo di scriverle per scusarmi del ritardo nell’inviare la quota annuale, ma non ho potuto farlo per diverse ragioni. È vero che alla mia età, 88 anni, le cose più semplici diventano difficili. Volevo anche dirle quanto sono contenta di ricevere la rivista de “La Santa Crociata”, sempre più bella, con tanti articoli pieni di spiritualità. Mi piacciono anche le preghiere e i commenti in francese, inglese, tedesco e spagnolo... che bella iniziativa europea! Grazie, signor Direttore, per questi momenti preziosi di serenità-gioia dell’anima. Grazie di cuore.
Lina Andreani Caruso – Francia

Gli occhi misericordiosi
della Sacra Famiglia

Reverendo Direttore,
ancora una volta a testimoniare con gioia la mia esperienza. Gesù, la Madonna e San Giuseppe sono sempre accanto a noi Hanno protetto mio figlio che ha rischiato di soffocare di notte per un rigurgito legato a gastroenterite; lo hanno protetto dal morso di una vipera e nelle numerose cadute giocando. Li ringrazio per tutte le volte che hanno protetto me e mio marito guidandoci nelle diverse vicende, e illuminandoci nelle scelte e nelle decisioni. Li ringrazio anche dei tanti piccoli segni, importanti per me, che ogni giorno ricevo con benevolenza. Li ringrazio della loro protezione rivolta alle persone a me care, come la mia amica che è stata sottoposta a trapianto renale e a due bambine con seri problemi al cuore. Ecco, per tutto questo, li ringrazio con tutta l’anima chiedendo la loro costante guida e protezione.
Simona

Luce, fede e buona volontà premiano sempre

Reverendo Direttore,
Sono devota di San Giuseppe e l’ho pregato tanto per concludere il mio corso di studi. Le mie preghiere sono state esaudite e sarò sempre riconoscente a questo grande Santo. Chiedo la protezione di San Giuseppe per me, per la mia famiglia e per tutti coloro che hanno bisogno. Continuerò a pregare San Giuseppe e a diffondere la bella devozione del Sacro Manto.
Maria Gemma – Roma

Suffragio per i morti
del Burundi

Carissimi amici della Pia Unione del Transito di San Giuseppe,
vi chiedo il favore e la carità di iscrivere all’Unione Suffragi tutti i nostri morti del Burundi, assassinati durante la guerra fratricida, che non hanno potuto ricevere una degna e cristiana sepoltura. Vorrei mettere sulle loro tombe comuni una croce, segno di speranza per ogni cristiano, ma qui non riconoscono ancora questo segno come un onore per i poveri morti. Prego per loro in tutte le Sante Messe che celebro, affinché il Signore, Padre nostro, sia misericordioso con noi e con questi nostri cari morti.
Iscrivendoli all’Unione Suffragi presso la Vostra Pia Unione, sono certo che riceveranno la carità spirituale di tanti amici e fedeli di San Giuseppe, che eleveranno al Signore preghiere di suffragio per loro. Affido alle preghiere degli associati alla Pia Unione anche le vittime del disastro aereo sull’atlantico, sparite nelle profondità oscure degli abissi.
Preghiamo per loro e perché nessuno muoia mai senza la grazia di Dio.
Grazie in Gesù e Maria.
P. Vittorio Blasi
(Bujulbura – Burundi)

Iscrizione     
al suffragio perpetuo

Caro don Mario,
ringrazio sentitamente, a nome mio e della mia famiglia, per l’iscrizione al suffragio perpetuo e le condoglianze espresse per la mia cara mamma Gertrud, che il Signore ha chiamato a sè martedì 20 ottobre 2009. Le preghiere e il memento nel sacrificio della santa messa in suo suffragio sono il dono più prezioso per la cara defunta. Con ferma fiducia nella parola del Signore “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (Gv 11, 25-26), raccomandiamo la sua anima alla misericordia di Dio.
Mons. Georg Gänswein,
Segretario particolare
di Sua Santità Benedetto XVI

Affacciarsi sul panorama della devozione     
a San Giuseppe

Reverendo Padre,
desidero raccontarvi come sono diventata devota a San Giuseppe. Un’esperienza che conservo ancora viva nonostante siano passati molti anni da quel bel giorno. Sono nata in una famiglia molto religiosa nella quale non mancava mai la preghiera e la recita del S. Rosario. Nonostante questo, durante il delicato periodo della mia adolescenza, iniziai a frequentare gruppi di giovani poco inclini alle cose che riguardano Dio, la Chiesa, la preghiera. In breve tempo, purtroppo, presi le stesse abitudini iniziando persino a bere finché non sono diventata alcolista. Mentre mi trovavo in vacanza in una città europea, mi è capitato di passare davanti a una chiesa, dove non mettevo piede da anni. Con un forte desiderio varcai la soglia e mi ritrovai in u un’atmosfera che per me era diventa insolita, se non estranea. In un angolo vidi la statua di un santo con Gesù bambino in braccio e nell’altro un giglio. Senza esitare mi sono inginocchiata e ho iniziato a pregare chiedendo perdono e aiuto. Sono stata esaudita. Smisi di bere ritrovando nuovamente la gioia di vivere. Quel giorno ritrovai l’amore per il Signore e per tutto ciò che è bene; ritrovai la fede, dopo aver sperimentato sulla mia pelle che senza di essa non potevo vivere. Ci sono stati altri momenti bui ma San Giuseppe mi è sempre stato vicino. Sono passati molti anni. Ora ho una famiglia, un marito e dei figli da amare e dai quali ricevo tanto amore, quello stesso amore che il Signore  ha voluto farmi riscoprire attraverso San Giuseppe.
Lucia

Esempio di luce riflessa
alla luce di San Giuseppe

Gent.mo direttore, devo raccontarle una storia. Prego di controllare da quanti anni era abbonata mia madre, Maria Ottavia Montanaro o Parente Maria, perchè io che sono uno dei suoi cinque figli ricordo chiaramente che in casa c'è sempre stato il calendario di san Giuseppe e la rivista. Siamo
praticamente cresciuti in famiglia con la presenza costante di San Giuseppe. A proposito, ho 37 anni, quindi direttore sono decenni che vi conosciamo.
Vi scrivo perchè Maria Ottavia Montanaro non c'è più, è tornata alla casa del Padre,il 29 Luglio 2009, dopo sette mesi di dolore a causa di una caduta domestica avvenuta la notte del 2 gennaio 2009. Recentemente non parlava più ma siamo riusciti a carpire durante le sue sofferenze qualche parola appartenente alle preghiere, si perchè ha sempre pregato anche quando non ce la faceva più...
Riassumere i 73 anni di vita della mia amatissima mamma sarebbe lungo, capisco i problemi editoriali, allora brevemente vi dirò: la Famiglia al centro di tutto, sia quella di provenienza, sia la famiglia che ha creato con nostro padre Vincenzo e noi cinque figli: Giuseppe, Marisa, Patrizia, Pio e Prudenzio.
Gesù ha voluto che vedesse tutti i suoi figli sposati. Tutta la vita a lavorare in casa e l'amore in tutte le cose. Il pensiero che mi è venuto è che forse questa storia, pubblicata sul vostro mensile, può essere una piccola consolazione. Noi abbiamo perso tutto, il bene più prezioso, l'amore di una vita, abbiamo perso la nostra mamma. Caro direttore, gradirei fosse spedita copia della rivista a mio padre e ai miei fratelli.
Pio Parente

Da Münstertal Kloster
St. Trudpert in  Germania

Dal monastero di Münstertal l’Associazione di San Giuseppe, affiliata alla nostra Primaria Pia Unione del Transito di San Giuseppe, la segretaria suor Bernita Schwester ci segnala che nel corso dell’anno 2009 presso la loro associazione si sono iscritti alla Pia Unione 812 persone e cinque sacerdoti: Christian Elbracht, Hansjörg Sailer, Stefan Dreher, Jürgen Reuss e Bruno Hunerfeld hanno chiesto di partecipare alla Messa perenne in favore dei morenti. Ringraziamo la benemerita sorella Bernita e auguriamo alla comunità religiosa un buon apostolato nella loro gloriosa abbazia che risale al primo Medio Evo.

Dalla Pia Unione
San Giuseppe di Varsavia

Il padre Casimiro Linkiewicz ci fa pervenire i complimenti e tanti ringraziamenti per lo stupendo calendario 2010 e loda la nostra sagacia nel diffondere il culto di San Giuseppe.
Un cammino nel segno
della Provvidenza

Nel lontano 1948, la Divina Provvidenza mi aprì le porte dell’allora nascente istituto San Calogero di Naro. Sin dall’inizio sono rimasto affascinato dalla dedizione dei sacerdoti guanelliani, due in particolare, che accoglievano noi poveri “picciriddi”.
Volevo farmi prete, ma poi ho cambiato il mio cammino e ho formato una famiglia. Don guanella mi ha sempre aiutato nelle mie scelte. Mi ha sempre indicato la giusta e buona via. Nel corso degli anni, ho visitato tutte quelle Case guanelliane, in Italia e all’Estero, dove mi trovavo per necessità di lavoro.
Non ho mai dimenticato don Guanella, la sua Opera e i confratelli, portando, secondo le mie possibilità, quella fiaccola di carità guanelliana, che tanto mi ha riscaldato negli anni della mia formazione.
Ho cercato di aiutare dovunque potevo, anche per dire il mio “Grazie, don Guanella, per quanto hai fatto e continui a fare per me. Grazie alla Divina Providenza che ora si serve di noi per realizzare i suoi piani”.

Gero Lombardo
Germania


Invocazione
ad un padre buono

Carissimo don Mario,
prego sempre per lei e spero che anche lei non si dimentichi di me; volevo chiederle se è possibile venire pubblicata nella rivista per le grazie ricevite da san Giuseppe.
Ringrazio San Giuseppe con tutto il mio cuore per le innumerevoli grazie che ha concesso a me e alla mia famiglia. Ogni giorno recito il sacro manto e continuerò sempre a rivolgere a Lui il mio pensiero quotidiano. Invito tutti a pregare San Giuseppe perchè è un padre buono ed amichevole che concede con tanto amore grazie inaspettate; non perdete la speranze e pregatelo con tutta la vostra fede, non vi deluderà.
Silvia - Ancona

Sia certa che lei con tutti gli iscritti alla Pia Unione siete nel cuore della nostra preghiera.

A cuore aperto

Caro don Mario
volevo ringraziarla perché ho ricevuto la rivista e il calendario; spero tanto che San Giuseppe oltre a proteggere me, protegga e interceda presso Dio per i miei due figli. Ho uno che convive con una donna divorziata di dieci anni più grande con un figlio di 16, e questa cosa è per me un grande dispiacere; ho affidato la risoluzione di questo problema a Dio Padre dato che io non posso fare nulla e spero tanto che ora San Giuseppe interceda per lui. L’altra mia figlia è universitaria, vive ancora con me (sono vedova) e anche lei vive un disagio interiore notevole: lontana dai sacramenti, senza amici, immersa solo nello studio. Anche per lei spero che San Giuseppe interceda. Parlando con una mia sorella, anche lei ha manifestato il desiderio d'iscriversi alla Pia Unione.
Elena - Milano

Gentile e cara Elena,
quando ho letto la sua e-mail, ho immaginato cosa passasse nel cuore di una mamma che ha sognato per i figli un cielo luminoso e una strada serena, gioiosa e regolare. Non sempre le cose sono così. Le generazioni dei genitori  di qualche decennio fa hanno visto il mondo rovesciarsi e i valori, che hanno fatto da fondamento alla loro esistenza, sono crollati o vissuti in modo diverso. Mentre un giorno il futuro determinava le scelte del presente, ora esiste solo il presente: domani sarà un altro giorno. Quando poi entrano le vicende di sentimenti e del cuore, allora le nostre convinzioni friggono come un ferro arroventato immerso nell’acqua; d’altra parte già Pascal diceva che ci sono delle ragioni del cuore che la mente non conosce e per noi diventa estremamente difficile dare un’anima a queste ragioni del cuore.
Allora che fare? Non dimentichiamo che più che essere noi a cercare Dio è dall’eternità che Dio cerca noi, ci ha pensati e ci ha comunicato  il profeta Isaia che l’Eterno ha scritto il nostro nome sul palmo della sua mano per non dimenticarsi di noi.
A noi non  resta che testimoniare la fede e la carità verso il prossimo e pregare affinché la stagione dell’incontro delle nostre infermità con la misericordia di Dio sia affrettata per  consolare il nostro animo e per dar vigore ed energia sapienziale a Luca e a Sara.
Le assicuro che le sue intenzioni saranno nel cuore della mia preghiera e le auguro tanto bene. Sant’Ago­stino è il frutto delle preghiere e delle lacrime di sua madre Monica. Abbiamo speranza. Un caro saluto e provvedo anche per la sua sorella.
Dio benedica tutti.
Don Mario

Una memoria in benedizione

Spett.le Direzione,
invio un’offerta per una Santa Messa in suffragio della mamma, Rosa che ora è in paradiso. Ci teniamo a continuare la nostra amicizia con voi, che risale al lontano 1962, quando venimmo da Voi in viaggio di nozze e ci ospitaste. La stessa cosa avevano fatto mamma e papà, nel 1934. Ricordiamo ancora il Santuario di San Giuseppe, dove andavamo a pregare per chiedere la benedizione sulla nostra nuova famiglia e devo dire che San Giuseppe ci ha esaudito. Abbiamo 4 figli, sposati, bravi e nove nipotini anche loro bravi e buoni. Cordialità e saluti cari.
Ester e Virginio - Giussano (Mi)

Dai padri ai figli

Spett.le Direzione, invio un’offerta per una Santa Messa in suffragio della mamma, Galli Elli Rosa che ora è in paradiso. Vi chiedo di cambiare l’indirizzo dove inviare il mensile “La Santa Crociata”. Ci teniamo a continuare la nostra amicizia con voi, che risale al lontano 1962, quando venimmo da Voi in viaggio di nozze e ci ospitaste. La stessa cosa avevano fatto mamma e papà, nel 1934. Ricordiamo ancora il Santuario di San Giuseppe, dove andavamo a pregare per chiedere la benedizione sulla nostra nuova famiglia e devo dire che San Giuseppe ci ha esaudito. Abbiamo quattro figli, sposati, bravi e nove nipotini anche loro bravi e buoni. Cordialità e saluti cari.
Elli Ester e Virginio,
Giussano – Milano

In cerca di lavoro

Sono una vostra devota e affezionata lettrice, non so più da quanti anni. Ho affidato mio figlio maggiore Bruno Luigi alle cure paterne di San Giuseppe appena ha deciso di andare in Veneto prima e Lombardia dopo tramite il servizio militare, con lo scopo primario di crearsi un futuro lavorativo. Le mie preghiere sono state insistenti, alcune volte anche scoraggiate. A militare non è riuscito a piazzarsi nelle prime posizioni,ora a Milano lavorava con contratti a termine in una industria metalmeccanica. A Natale era l'ultimo contratto poi era la fine. Luigi era destinato a tornare qui: potete immaginare il dolore e l'ansia mia e del papà motivata dalla crisi economica in cui versa il nostro Paese. Non facevo altro che ripetere: San Giusep­pe, non me lo abbandonare... Il 23 dicembre mio figlio è tornato all'improvviso, aveva nelle mani un foglio che io conservo gelosamente nel Sacro Manto (il vostro libretto di preghiere): quel foglio era il contratto d'assunzione a tempo indeterminato... Non facevo che piangere e ripetere a tutti: San Giusep­pe mi ha fatto la grazia... Ora lo dico e lo ripeto a voi. Sono passati alcuni anni ma San Giuseppe mi ha fatto la grazia, ora continuo con le offerte per il lettino affinché lo assista sempre e lo conduca per mano sulla retta via fatta di lavoro, preghiera e rettitudine.
Ascione Maria Speranza
per email

Sotto la sua protezione

Carissimi della Pia Unione, desideravo già da tempo mettere me, mio figlio, mio marito e mia madre sotto la protezione di San Giuseppe. Sono un'insegnante di 44 anni, abbonata a " La Santa Crociata " da parecchio tempo. Sono sposata da 17 anni e mio marito da oltre 10 anni non lavora, per cui vi lascio immaginare i problemi economici che ho avuto ed ho attualmente. Sto cercando di arrotondare lo stipendio con un lavoro extra da svolgere a casa e spero che il caro Santo mi aiuti facendomi trovare tanti clienti per potere guadagnare un po’ di soldi, ne ho proprio bisogno. Ho un unico figlio, di 16 anni, Alfonso. Ho desiderato tanto avere un altro bambino, senza successo. Comun­que adesso desidero mettere mio figlio Alfonso sotto la protezione del caro Santo, soprattutto per i suoi studi. Frequenta il 3° Liceo scientifico, ed io sono molto preoccupata per il suo rendimento scolastico. Ed ho anche i miei problemi: sono affetta da epatite C e mi sono sottoposta con successo per 18 mesi ad una cura interferonica, però penso sempre che questo "nemico" sia in agguato. Inoltre io devo sottopormi ad un intervento chirurgico: devono togliermi la safena, ma non ho il coraggio di farlo; spero tanto che San Giuseppe intervenga, mi illumini e mi dia la forza di farmi operare al più presto senza farmi cogliere dal panico. Inoltre ho un altro cruccio molto grave: mia madre da oltre 22 anni ha un negozio d'abbigliamento che già da tempo va male; non riesce a comprare nemmeno il pane da questo negozio. Come vedete vi ho esposto molti dei miei problemi e molte mie angosce e spero tanto che il caro Santo prenda in mano le redini di tutte queste situazioni e lavori per risolverli e per ridare  la pace e la serenità alla mia famiglia.
Lettera firmata

Una testimonianza toccante

Caro Direttore, il 19 marzo 2008 è morto mio marito Luciano Tini; per ricordarlo al Signore mio fratello e la moglie hanno richiesto l’iscrizione alla Pia Unione del Transito. Pochi giorni fa, tra le carte di mio marito, ho trovato il ccp da lui eseguito nel lontano 1952, intestato proprio alla Pia Unione. Sapevo bene della sua devozione a San Giuseppe ma non della sua iscrizione all’Unione. Alla mia lettera accludo fotocopia  del suddetto ccp per semplice testimonianza di un giovane allora appena ventitreenne. Raccomando alle vostre preghiere l’anima del mio diletto sposo.
Angela Tini Zampetti - Roma

Gentilissima e cara signora Angela,
la ringrazio della sua bella testimonianza a ricordo del suo caro marito Luciano.  
Nel leggere il suo scritto ancora una volta ho potuto apprezzare quanta vitalità e solidità di formazione alla vita cristiana ci fossero nella nostre comunità parrocchiali ed in particolare nelle file dell’Azione Catto­lica che accompagnava i giovani alla ricerca di un rapporto vivo e vivificante con Gesù.
Anche la devozione verso i modelli di santità, come San Giuseppe, patrono dei lavoratori, dava energia e fiducia nell’affrontare le inevitabili battaglie della vita quotidiana.
La figura di suo marito Luciano  rimanga anche per noi iscritti alla Pia Unione di San Giuseppe un esempio da imitare e  anche un intercessore presso il grande Patriarca per noi.
In queste settimane del mese di marzo, dedicato a San Giuseppe, in modo particolare, avrò un ricordo di Luciano e anche di tutta la sua famiglia, affinché gli esempi siano ancora oggi fruttuosi e la benedizione di Dio canti sempre con gioia nei vostri cuori.
Un saluto anche ai suoi cognati e una benedizione per tutti.
Con stima ed affetto.

Gratitudine

Carissimi della Famiglia della Pia Unione del Transito di San Giuseppe, desidero ringraziarvi tanto per lo splendido e duro lavoro che fate per tutti noi associati, specie per il lavoro della rivista “La Santa Crociata”, molto interessante e istruttiva e per il modo con cui esponete gli articoli e le notizie, comprensibili facilmente anche per chi, come me, ha poca istruzione per non aver potuto frequentare la scuola. Apprezzo tutto questo anche perchè nella rivista trovo proprio quello che desidero leggere o conoscere, come le notizie sulla Santa Casa di Loreto o altri santuari che posso vedere alla tv quando trasmettono la Santa Messa da queste chiese, spiegandoci i fatti e le devozioni che portano a costruire questi grandi luoghi di culto. Tutto questo rafforza la mia fede. Grazie del calendario e degli auguri per il mio onomastico: siete gli unici che si ricordano. Ringrazio Dio, la Santa Vergine e San Giuseppe per avermi aiutata e ascoltato le mie preghiere. Mi affido alle vostre preghiere per la salute e il lavoro dei miei figli e anche per la mia salute che in questo periodo non è tanto buona. Per oltre dieci anni ho aiutato la vostra Casa in Kenya, ma da quando mio marito ha smesso di lavorare per problemi di salute questo non è stato più possibile, dovendo fare economia. L’offerta che invio destinatela dove c’è più bisogno. Distinti saluti e grazie ancora.
Concetta Mossuto
Melbourne,  Australia

La Chiesa in Kerala

Ho letto con piacere l'articolo di Stefania Severi del 3 marzo 2010 su la raffigurazione de La sacra famiglia di Quilon nel Kerala (India). Offre uno spaccato dell'attività missionaria della chiesa in terre lontane e in secoli un poco dimenticati. Mi permetto però di ricordare che il cristianesimo nel Malabar era già arrivato mille anni prima con la chiesa siriaca, con una lingua molto vicina all'aramaico parlato da Gesù. I portoghesi hanno trovato una chiesa perfettamente strutturata. Il papa ha istituito la prima diocesi cattolica o meglio di rito latino. Qui ad Oropa abbiamo suore sia di rito malabarese che latino.      
Saluti e buon lavoro.
Cuffolo don Silvano, vicerettore.

La santità riconosciuta

Reverendo e caro don Mario, faccio seguito alla spedizione dell’articolo per la Rivista, ringraziandola per la lettera che mi ha inviato, ma soprattutto per congratularmi con Lei e i suoi Confratelli e Consorelle, per il buon procedimento del processo di canonizzazione del Fondatore Luigi Guanella. Il miracolo che gli è chiaramente attribuito toglierà ogni indugio al riconoscimento della sua Santità! Nonostante i tentativi del principe delle tenebre di offuscare il bel volto della Chiesa, essa risplende sempre come “Matrice di Santi” e il Cristo risorto Le è sempre presente. Il suo Amore ha già vinto!
In Lui la saluto affettuosamente.
Madre Anna Maria Cánopi osb

Il buon uso dei beni

Gentilissimo e caro Direttore, le invio una mia offerta per una borsa di studio a favore di un vostro giovane seminarista. Sono contenta di poterlo fare e di questo ringrazio la Provvidenza che me lo permette. Quando prego, sovente chiedo al Signore la Grazia di fare buon uso dei beni che mi ha concesso e ringrazio anche voi che, attraverso la vostra preghiera e con gli spunti che trovo su “La Santa Crociata” mi facilitate l’obiettivo. Offro tutto al Signore per la conversione dei peccatori, per la salvezza della mia anima e per tutti i miei cari, vivi e defunti.
Cesarina Bragaglia
Montreal, Canada

Un gradito apprezzamento

Reverendissimo Direttore, grazie infinite per la sua lettera che mi ha recato gioia e sostegno nel sentirmi compresa e ben voluta da una persona come Lei. Ho letto attentamente, apprezzato e meditato i suoi due ultimi editoriali: dello scorso mese, con la spontanea e commovente lettera indirizzata a San Giuseppe e di aprile, con il titolo “Un evento di speranza” che invitava a “riflettere sulla grandezza di quel sepolcro vuoto”. La ringrazio molto per quanto pensa e scrive sulla “nostra rivista” e mi faccio anche portavoce degli associati i quali – meglio e più di me – ne apprezzano il contenuto, come lezione e guida. Vorrei concentrarmi di più ma sono tuttora amareggiata per le problematiche di mio figlio che, per sommi capi, le ho comunicato. Continuo a recitare, ogni sera, la coroncina a San Giuseppe. La ringrazio del suo costante ricordo nella preghiera.
Maria Luisa

Contro lo scetticismo

Caro Direttore, invio una mia offerta per la celebrazione di una Santa Messa in memoria di mio marito, salito al cielo da tanti anni. Ho sempre pregato San Giuseppe, specialmente nei momenti difficili e mi ha sempre ascoltata. Spero ancora nel suo aiuto perché interceda presso Dio e i miei figli ritornino a frequentare la chiesa e i santi sacramenti. Sono preoccupata specialmente per una mia figlia, separata dal marito, che nonostante stia bene economicamente non è mai soddisfatta. Ora ha perduto il lavoro che svolgeva da tanti anni e con la crisi che c’è un po’ ovunque, non riesce a trovare un’occupazione che la soddisfi. Il 19 marzo scorso, giorno di San Giuseppe, sono andata in chiesa e ho partecipato alla Santa Messa, facendo la comunione e pregando per questa mia figlia. Tornata a casa mi ha telefonato ed io le ho ricordato che era il 19 marzo, festa di San Giuseppe. In modo scontroso mi ha risposto che a lei non importava nulla. Ho pianto tanto quel giorno per questo suo comportamento ma ero sicura che San Giuseppe mi avrebbe aiutata ancora una volta. Due giorni dopo è stata chiamata da una ditta dove aveva fatto domanda di assunzione senza sperarci troppo, anzi aveva anche dimenticato di aver inoltrato a questa ditta la sua domanda. Tutto è andato bene. Ero certa che San Giuseppe mi avrebbe aiutata! Tra 15 giorni inizierà a lavorare in questa ditta in un lavoro che lei conosce bene da tanti anni e che svolge molto volentieri. Io ormai sono anziana e vorrei tanto vedere i miei figli ritornare alla fede e ai sacramenti. Spero che ciò avvenga quando sono ancora in vita, se è volontà di Dio, altrimenti li vedrò dal cielo. Vi ringrazio della vostra pazienza e del tempo che mi dedicate.
Lettera firmata
(dal Canada)

L’esempio dei genitori

Molto rev.do Direttore, con questa mia voglio parteciparla della nascita al cielo di mia mamma  Colombo Corinna ved. Mauri, avvenuta il 3 luglio 2010.
Da sempre una vostra appassionata lettrice ma soprattutto una grande devota di San Giuseppe.
Questo nome ha significato molto per la sua lunga vita; suo padre si chiamava Giuseppe, e al suo secondo figlio ha voluto dare il nome di Giuseppe (è già anche lui fra la schiera degli angeli). Ogni giorno, non mancava mai di pregare con una pagellina della Santa Crociata; era fra le preghiere più recitate e nel suo piccolo ma grande breviario, era la preghiera più sgualcita, a significare appunto quanto la recitava.
Devotamente saluto e invio auguri per voi tutti e soprattutto un augurio particolare a tutta la famiglia guanelliana per la bella notizia della canonizzazione del fondatore. Pensi, a Civate, mio paese c’è una sua lontana parente.
Elisa Mauri Polastri


La vita dono
incommensurabile

Caro Don Mario, sono iscritta da diverso tempo alla nostra Associazione. L’annno scorso in una accorata lettera le confessai il desiderio di poter dare un fratellino o una sorellina al mio Nicolò che purtroppo non arrivava. Sono felice, a distanza di un po’ di tempo, dopo aver tanto pregato il Sacro Manto di San Giuseppe, che il 12 settembre è arrivato il mio piccolo che ho deciso di chiamare con immensa gioia Giuseppe. La prego di ricordare nelle sue preghiere  un ringraziamento a San Giuseppe e la protezione per me, mio marito e i miei piccoli e tutte le persone a noi care. La ringrazio del tempo che dedica a tutte quelle persone che come me si affidano alle sue preghiere e al preziosissimo Sacro  Manto riempiendo di speranza il cuore di tantissime persone.
Antonella - Francavilla

Stimata e cara Antonella,
la sua lettera mi riempie di gioia non solo per la sua felicità di abbracciare una sua creatura, ma anche perché Dio in ogni creatura che nasce ci lancia un messaggio di speranza:nonostante tutto Egli continua a volerci bene e ci affida le sorti del mondo non solo come spazio in cui far sviluppare, crescere e maturare i «talenti» che ha seminato nei solchi della nostra esistenza, ma affinché diventiamo collaboratori suoi nel tentare di fare della terra un’oasi vivibile, dove le persone imparino a volersi bene e a condividere le risorse.
Ogni creatura che nasce porta un patrimonio, una ricchezza singolare nel tessuto della società, entra una linfa nuova che purifica, vitalizza, fortifica. Accanto a questo dono  cresce anche una responsabilità di noi adulti nel saper coltivare questi semi di umanità che Dio stesso fa germogliare sulla nostra terra.
Senta, cara Antonella, tutta la solidarietà degli iscritti alla Pia Unione e stia certa che tutti preghiamo affinché queste nuove creature di ogni colore della pelle e di ogni latitudine siano accompagnate dalla benedizione divina e coperte dal manto protettivo di San Giuseppe.

Ricordo del Venerabile
Aurelio Bacciarini

Reverendo direttore, mia sorella M. Ida ed io Giantina siamo molto legate a questa rivista perché il Venerabile Vescovo Aurelio Bacciarini, non solo ci ha cresimato, ma era tanto amico del nostro papà, Dr. Valente Bernasconi, che lo accompagnava a Lourdes prendendosi cura dei suoi seminaristi.
Noi preghiamo con loro perché sia riconosciuta la santità di questo Vescovo che ha salvato il nostro Ticino in tempi molto difficili con la preghiera, l’esempio e il suo coraggio contro quanti (tanti) lo combattevano.
Ha offerto la sua vita per il suo popolo. Grazie per quanto fanno per la sua Beatificazione!
Giantina Bernasconi e M. Ida
Angelini – Lugano - Svizzera

Tuesday, 29 November 2011 13:13

Una rivoluzione nel mondo dei desideri

di Ottavio De Bertolis

Siamo arrivati alla fine del Decalogo, e uniamo gli ultimi due comandamenti, o parole, quelli che tradizionalmente vanno sotto una sorta di duplicazione: “non desiderare la donna d’altri”, e “non desiderare la roba d’altri”. Li unifichiamo in un unico “non desiderare”, che è una sorta di minimo comune denominatore.
Per iniziare a chiarirci il senso di questa Parola, dobbiamo innanzi tutto distinguere tra “desideri” e “voglie”, o capricci. Il desiderio è qualcosa di profondo, che scolpisce la nostra identità e che costituisce ciò per cui Iddio ci ha creati: così uno può desiderare studiare fisica, o fare l’astronauta, o diventare papà, o consacrarsi a Dio. Questi tipi di desideri dicono la nostra vocazione stessa: ogni altro tipo di esperienza sarà meno significativo e importante per chi li vive, e verosimilmente questi desideri rimarranno profondamente radicati in noi, superando ogni prova contraria o avversa. Potrà essere difficile restarvi fedeli, ma non è impossibile, e la fatica fatta in questo senso contribuirà a farci sentire noi stessi, autori e protagonisti delle nostre scelte. Il vero desiderio è indelebile, proprio perché, in ultima analisi, viene da Dio.

di Ottavio De Bertolis

15/* I comandamenti: dieci Parole per restare liberi. Non rubare

Proseguiamo la nostra riflessione sulle dieci parole che ci rendono liberi. Il settimo comandamento dice: “non rubare”, e con questo ognuno di noi si sente esentato da ogni colpa. Infatti nessuno di noi è mai andato a rapinare una banca, o a borseggiare le vecchiette sull’autobus. Ma è evidente che il comandamento, o, meglio, la parola, ha un significato ben più pregnante.
Innanzitutto, vorrei osservare che se ne parla abbastanza poco. Di fatto, mentre il sesto comandamento, quello sulla castità, è sentito come veramente obbligante, una sorta di spauracchio dal quale dipende o no l’essere in stato di grazia, sul settimo si sorvola abbastanza, come se al Signore non fossero gradite le virtù “pubbliche”, ma solo quelle “private”.

Non commettere adulterio

di Ottavio De Bertolis, s.j.

A conclusione di queste riflessioni sul sesto comandamento, possiamo quindi dire alcune cose molto semplici. Innanzi tutto, che la sessualità è un impulso molto potente in ognuno, e che quindi deve essere ben vissuto, perché questa forza deve essere ben incanalata: non si tratta quindi di negarla o reprimerla – si farebbe solo peggio – ma di integrarla in un contesto di vita pienamente umana, di relazioni affettive e profonde e non false o illusorie. Insomma, il sesto comandamento ci invita ad imparare ad amare, perché, nonostante il fatto che tutti ne siamo “naturalmente” capaci, questo non significa che ci riesca sempre bene. In fondo, dobbiamo dire che anche l'amore, come qualunque altra realtà umana, ha bisogno di essere redento: ed è questo del resto il senso profondo del sacramento del matrimonio, che è volto a liberare la coppia da ambiguità o distorsioni che sempre possono sorgere in questa relazione.

di Ottavio De Bertolis s.j.

Abbiamo già accennato al senso profondo del sesto comandamento, che non è quello di reprimere, ma di liberare la nostra affettività e la nostra stessa sessualità. Infatti è evidente che queste pulsioni possono essere disordinate e essere vissute in modo distruttivo, cioè non umano, ma semplicemente animale: vissute così, non sono nemmeno appaganti, proprio perché l'amore non è una semplice meccanica di organi, ma un accordo di anime, o, se preferite, di cuori. Ognuno di noi, sposato o no, laico o sacerdote, è segnato dal bisogno profondo di amare ed essere amato: se si pensasse che la castità consista nel sopprimere questo, si sarebbe completamente fuori strada. In questo senso, come accennavamo, il sesto comandamento non ci insegna a reprimere, ma ad integrare e a vivere più pienamente il mondo dei nostri affetti, perché è invece possibile viverli malamente o “di meno”.

Tuesday, 05 April 2011 12:13

Non frantumare un capolavoro di armonia

di Ottavio De Bertolis s.j.

Siamo arrivati così alla trattazione del sesto comandamento, di fronte al quale tutti, fin dall'adolescenza, ci sentiamo un po' impauriti. Ed è un peccato essere impauriti, perché questo comandamento, come del resto tutti gli altri, non vuole essere uno spauracchio o imporre dei pesi che non possiamo portare, ma piuttosto aprire la nostra mente ed il nostro cuore ad una dimensione importante della nostra vita, qui l'affettività e la sessualità, pulsioni interiori profondissime in ciascuno di noi. Il senso quindi del comandamento non è: “stai attento a quel che fai, perché qui c'è sempre e solo peccato mortale”, ma piuttosto “impara a vivere da vero uomo”, cioè non da angelo asessuato, quale non siamo, ma nemmeno da bestia, quali non siamo, ma potremmo diventare.

Wednesday, 09 March 2011 14:39

Le tre gambe per il perdono

Proseguiamo la nostra riflessione sulla quinta parola del Decalogo: non uccidere. Abbiamo già visto che “uccidere” qui dice la relazione con l’altro resa spezzata o deformata dalla violenza. In estrema sintesi, potremmo dire che “uccidere” si verifica tutte le volte che un altro viene cancellato dalla nostra vita. Ancora, abbiamo osservato che la fraternità che il comandamento ci impegna a vivere non è un rapporto a due, io e il mio amico, ma un rapporto a tre: io, l’altro e Colui che ci ha posti l’uno accanto all’altro. In questo senso, per risanare le ferite nelle nostre relazioni interpersonali dobbiamo guardare a questo terzo soggetto, Iddio, che ha amato entrambi per primo condonando a ognuno ogni debito: possiamo quindi accoglierci gli uni gli altri, come Lui ci ha accolto.

di Graziella Fons

Papa Francesco pellegrino in Sardegna

Interminabile, luminosa e intensa è stata la domenica di settembre che ha visto papa Francesco pellegrino a Cagliari. Erano circa 400mila persone arrivate da tutta la Sardegna per salutare e ascoltare le parole di papa Francesco che ha voluto onorare il santuario mariano di Bonaria legato alla capitale argentina Buenos Aires, eco della «buona-aria» portata dai navigatori sardi nei secoli passati.

Thursday, 07 November 2013 14:57

Paolo VI. Trentacinque anni dopo

di Angelo Forti

Nella solennità della Trasfigurazione di trentacinque anni fa moriva Paolo VI dopo quindici anni di pontificato. Una stagione della storia della Chiesa assai complessa. Il Concilio ecumenico Vaticano II aveva aperto una diga di acque feconde. Giovanni XXIII era stato incaricato dallo Spirito Santo a una rinnovata incarnazione dello spirito di fede in un tessuto logoro. La Chiesa come istituzione era forte nella sua organizzazione, ma dopo la II Guerra mondiale aveva smarrito la sintonia con il respiro della gente; la Parola di Cristo non mordeva più la carne della storia umana, aveva perso il ruolo di bussola nell’orientamento del vivere quotidiano. La «strage inutile» della guerra, i campi di concentramento e di sterminio, il genocidio degli ebrei, degli zingari, degli handicappati e anche dei cristiani aveva acceso negli animi una domanda di fuoco: «Ma Dio dov’è?».

Page 10 of 176