it IT af AF ar AR hy HY zh-CN ZH-CN en EN tl TL fr FR de DE iw IW ja JA pl PL pt PT ro RO ru RU es ES sw SW
×

Warning

JUser: :_load: Unable to load user with ID: 62

di Papa Francesco

Gli auguri del Papa ai padri di tutto il mondo nella festa di San Giuseppe, modello dell'educatore: “siate sempre molto vicini ai vostri figli!”.

 
«Giuseppe non era il padre di Gesù – ha detto il Papa - il padre di Gesù era Dio, ma lui faceva da papà a Gesù, faceva da padre a Gesù per farlo crescere. E come lo ha fatto crescere? In sapienza, età e grazia. Partiamo dall’età – ha proseguito - che è la dimensione più naturale, la crescita fisica e psicologica. Giuseppe, insieme con Maria, si è preso cura di Gesù anzitutto da questo punto di vista, cioè lo ha ‘allevato’, preoccupandosi che non gli mancasse il necessario per un sano sviluppo. Non dimentichiamo che la custodia premurosa della vita del Bambino ha comportato anche la fuga in Egitto, la dura esperienza di vivere come rifugiati – eh, Giuseppe è stato un rifugiato, con Maria e Gesù – per scampare alla minaccia di Erode. Poi, una volta tornati in patria e stabilitisi a Nazareth, c’è tutto il lungo periodo della vita di Gesù nella sua famiglia. In quegli anni Giuseppe insegnò a Gesù anche il suo lavoro, e Gesù ha imparato a fare il falegname con suo padre Giuseppe. Così Giuseppe ha allevato Gesù».

di Tarcisio Stramare

«La figura di san Giuseppe acquista una rinnovata attualità per la Chiesa del nostro tempo, in relazione al nuovo millennio cristiano». Venticinque anni fa, il 15 agosto 1989, Papa Giovanni Paolo II scriveva l’esortazione apostolica Redemptoris custos «sulla figura e la missione di san Giuseppe nella vita di Cristo e della Chiesa», perché «l’intero popolo cristiano invochi fiduciosamente il suo patrocinio e tenga sempre dinanzi agli occhi il suo umile, maturo modo di servire e di partecipare all’economia della salvezza». Un’attualità poi sottolineata anche nel 2011 da una giornata di studi a Viterbo organizzata dalla congregazione dei giuseppini del Murialdo. Di quel convegno sono stati pubblicati gli Atti (Attualità del nostro santo, Roma, Edizioni Ocd, 2013, pagine 155, euro 13) in un piccolo volume che risulta utile per riconsiderare, alla luce della figura di san Giuseppe, alcune tematiche che caratterizzano oggi la riflessione della comunità cristiana. Pensiamo ad esempio al tema della paternità. La famiglia e le sue dinamiche sono al centro di svariati dibattiti, confronti, anche scontri.

Giuseppe il profugo

di Gianfranco Ravasi

La famiglia di Gesù si inscrive subito nel lungo elenco che giunge fino ai nostri giorni e che comprende i profughi, i clandestini, i migranti. Infatti, quando il bambino Gesù ha pochi mesi, Giuseppe è presentato in marcia con lui e con la sposa Maria attraverso il deserto di Giuda per riparare in Egitto, lontano dall’incubo del potere sanguinario del re Erode.
Monday, 12 May 2014 13:01

Giovanni Paolo II, teologo di San Giuseppe

Written by

di Tarcisio Stramare

Insieme alla paternità di san Giuseppe la Redemptoris Custos tratta l’argomento del matrimonio, non più visto come principio fondamentale della teologia di san Giuseppe, ma considerato ugualmente importante, perché “la paternità di Giuseppe passa attraverso il matrimonio con Maria, cioè attraverso la famiglia” (n.7). Di questo matrimonio è messo in evidenza innanzi tutto l’aspetto giuridico, per poi passare alla sua natura, al suo significato salvifico (mistero) e alla conseguente dignità di san Giuseppe.
Friday, 06 April 2018 10:23

Un'ora con San Giuseppe

Written by

La cosa stupenda della nostra fede è che il Dio eterno in Gesù ha voluto rivestirsi del tempo, affinché anche il nostro tempo avesse un’anima e non fosse solo uno scorrere di ore e di giorni. Un salmo prega con queste parole: «Signore, insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza»; sapienza significa il sapore della vita.

Nella spiritualità della Pia Unione del Transito di San Giuseppe non manca una attenzione particolare nel “contare i giorni” e dedicare del tempo alla ricerca della sapienza alla scuola di San Giuseppe. Un “tempo” da dedicare a San Giuseppe, nello stare in compagnia con lui, far scorrere i minuti nel gustare il sapore della sua stessa sapienza nel gestire la sua vita in compagnia di Gesù e della sua sposa, Maria.

C’è nella nostra tradizione anche un’ora  da dedicare a Dio in compagnia con San Giuseppe.  Quest’ora - che vorremmo fosse davvero santa - nella nostra Basilica del Trionfale è  trascorsa ogni mercoledì dalle ore 17,30 alle 18,30 pregando la Coroncina in onore di San Giuseppe e i Vespri della festa del grande Patriarca. Il primo mercoledì del mese recitiamo comunitariamente il Sacro Manto.

 In questo tempo di preghiera il respiro dello spirito si fa universale: non solo entrano nelle nostre intenzioni gli iscritti alla Pia Unione del Transito, ma anche i morenti,  gli ammalati nel corpo e nello spirito, gli orfani, gli anziani soli. In  quest’ora affidiamo a San Giuseppe le sorti della Chiesa. Nessun ferito nella vita è assente da questa preghiera. Molte sono le persone di Roma e della parrocchia che si unisco in Basilica, ma tante altri fedeli, sparsi nel continente europeo, sono uniti alla nostra preghiera.

L’impegno di un’ora con San Giuseppe è un momento privilegiato per una divina trasfusione di spiritualità, inoltre, è un atto di libertà per non essere schiavi delle faccende, è un atto di amore al tempo  stesso per non dissiparlo.

Come gli iscritti alla Pia Unione  si uniscono a distanza a questa nostra preghiera, possono ugualmente scegliere anche altri momenti per stare in compagnia di San Giuseppe e pregarlo per le sorti del mondo. Il tempo di questa “compagnia” può essere riempito di preghiere recitate, ma anche di atti di amore, consacrando all’amore divino le faccende di casa, al lavoro in fabbrica, in ufficio. Scelgo un’ora ed è una frazione del tempo della mia giornata sulla quale metto il sigillo di un’offerta d’amore in onore di San Giuseppe. 

La Pia Unione, per questo, invita tutti gli iscritti a scegliere un’ora almeno alla settimana da dedicare ad un momento particolare di preghiera o di lavoro come offerta solidale per il bene del mondo ed in particolare per chi è emarginato dalla vita sociale, senza affetto, senza lavoro o casa.  Sappiamo che la preghiera solleva il mondo. La preghiera è la debolezza di Dio e la potenza dell’uomo. Don Guanella diceva che “come con il soffio delle labbra si ravviva il fuoco nel braciere, così con il soffio della preghiera si ravvivano i desideri dell’anima”.

Ecco l’invito: facciamo che ogni frammento del nostro tempo non sia mai orfano dal sapore dell’eternità con la nostra attenzione a Dio e all’amabile intercessione di San Giuseppe.

Chi desidera impegnarsi può scegliere liberamente la sua “ora” di San Giuseppe e, se crede, può comunicarcela, così da avere la visione di un arcobaleno colorato dalle nostre preghiere. 

di Angelo Forti

Il Papa Francesco ha una grande devozione per San Giuseppe. Fuori la sua stanza nella Casa Santa Marta, si trova una statua del santo ai cui piedi il Papa lascia carte con richieste di grazie scritti da lui stesso. Quando i messaggi diventano troppi, la statua si alza un po’. La devozione a San Giuseppe accompagna il Papa da quando era giovane. La parrocchia di Flores a Buenos Aires, il quartiere dove è nato e cresciuto Jorge Mario Bergoglio, è dedicata a San Giuseppe. 

di Paolo Antoci

 
Cosa c’entra san Giuseppe con Lourdes? In effetti, ciò che maggiormente colpisce dei fatti della grotta di Massabielle circa le apparizioni dell’Immacolata a Bernadette Soubirous nel 1858, non è proprio san Giuseppe. Eppure anche lui, come è solito fare col suo stile discreto, opera insieme alla sua Sposa Maria e al suo Figlio Gesù per la salvezza universale. Lo ha fatto più di duemila anni fa mettendosi a servizio dell’umanità del Verbo incarnato e continua a farlo tutt’oggi servendo il suo corpo sacramentale che è la Chiesa e di cui è Patrono. Nessuna stranezza nell’affermare che dove c’è Maria, c’è anche il suo Sposo Giuseppe, seppur in maniera “silenziosa” ma non per questo meno importante.
Thursday, 30 January 2014 15:18

Giuseppe, Francesco e madonna povertà

I poveri interrogano la Chiesa

di Mario Sgarbossa

Lo scandalo della povertà, provocato da Francesco d’Assisi, ha avuto una vasta eco nella Chiesa dal tredicesimo secolo e ha trascinato schiere di giovani al seguito del Poverello al cui fascino non è stato indifferente Dante Alighieri che dedica un canto a Madonna Povertà: Oh ignota ricchezza, oh ben ferace! Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro dietro a lo sposo, sì la sposa piace (Paradiso XI, 82).

Ma non a tutti piacque... e Dante ha parole dure per chi di nova vivanda è fatto ghiotto. Il voto di povertà come lo intendevano Francesco e Chiara d’Assisi non era bene accetto ai giovani frati che manifestavano apertamente il loro dissenso: “Sappiamo che frate Francesco fa una nuova Regola e temiamo che la faccia così dura che non possiamo osservarla. La faccia per sé e non la faccia per noi”.

Thursday, 05 December 2013 15:48

Il grande evento nella grotta di Betlemme

di Mario Sgarbossa

Lungo i secoli di storia ebraica il Signore poté contare sulla fedeltà, non sempre perseverante, del suo piccolo gregge, per preparare la venuta del Messia.
E quando questo gregge irrequieto si smarriva a contatto con l’idolatria seguendo i pagani che negavano il soprannaturale, Dio inviava i suoi profeti affinché, con le buone o con le cattive, lo riconducessero all’ovile, come recita il salmo 80: “Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire. Israele, se tu mi ascoltassi! Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce. Israele non mi ha obbedito”. Dio però è fedele alla parola data. Gli ebrei attendevano il Messia potente in grado di liberarli da ogni schiavitù, non solo da quella del peccato...

di Mario Sgarbossa

Con l’annunzio notturno fatto dall’Angelo inizia (nel segreto di quattro mura) l’incom­parabile storia di Giuseppe, sposo di Maria e “padre” di Gesù. Perché virgolettare la parola “padre” quando anche i due evangelisti parlando di Giuseppe dicono esplicitamente padre di Gesù? E così lo chiama anche Maria davanti ai maestri nel Tempio: “Tuo padre ed io angosciati ti cercavamo...”.

Lasciamo la risposta ai Padri della Chiesa che, spiegando questo difficile momento nella vita di Giuseppe, hanno ripetuto le parole dell’angelo: “A Dio niente è impossibile”. Lo sappiamo da sempre.

Ambrogio, il santo vescovo di Milano, parlando di Maria sposa e vergine madre, si domanda: “Perché non ha concepito per opera dello Spirito Santo prima del fidanzamento?”. E risponde: “Probabilmente perché non si dicesse in giro che aveva concepito dalla colpa”.

Page 2 of 3