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Monday, 16 June 2014 12:58

Invito a riguardare la fotografia!

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La Cresima per riscoprire un dono. La vita umana segnata dall’abbraccio di Gesù è profumata e tale fragranza si sente nel mondo

di Andrea Ciucci

Quasi tutte le fotografie della Cresima raffigurano il Vescovo che unge il cresimato sulla cui spalla si posa la mano del padrino. Questa immagine racchiude in sé tutti i simboli della Confermazione.
Il meno visibile di tutti è certamente il crisma, l’olio profumato usato per l’unzione. L’olio è il terrore di tutte le mamme: esso macchia, unge, non viene mai via. Proprio come l’amore di Dio nei confronti di ogni uomo: lo segna, lo macchia, non viene mai meno. Come ogni sacramento, all’opera nei segni c’è anzitutto e primariamente il Signore: è lui che segna e conferma la sua scelta di amore, la sua predilezione, la sua chiamata. Egli è il Dio fedele che mantiene fede alla sua promessa e nella cui fedeltà possiamo diventare a nostra volta affidabili e fiduciosi. 
Monday, 12 May 2014 13:08

Una bella umanità rivestita di luce

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di Andrea Ciucci

Quando un allenatore  manda in campo un giocatore, gli appoggia la mano sulla spalla e gli dà gli ultimi consigli; così è per la cresima: il vescovo  impone le mani e lo fa entrare nel campo della vita.

Il secondo sacramento dell’Iniziazione Cristiana è la… Cresima. Così infatti recita la lista dei sette sacramenti che abbiamo studiato a catechismo (Battesimo, Confermazione, Eucaristia, Penitenza…) e così spiegano tutti i testi di teologia. Eppure, se chiediamo ai nostri figli o nipoti qual è il secondo sacramento che hanno ricevuto tutti risponderanno la Confessione, e poi la Comunione e infine la Cresima. Come mai? Senza perdersi in dettagli complessi, possiamo dire che l’inversione tra Cresima e Eucaristia si è realizzata non per motivi teologici, bensì per questioni di ordine pratico, legate alla presenza saltuaria del Vescovo che doveva amministrare tale sacramento, ed è diventata prassi ordinaria in Italia soltanto nel secondo dopoguerra.
Monday, 07 April 2014 12:02

Segni e movimenti

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Il sacramento del battesimo

di Andrea Ciucci

Il battesimo è una delle celebrazioni più ricche e profonde della liturgia cristiana, per la varietà dei simboli e l’importanza delle parole. Neanche i bambini più piccoli si annoiano durante questo rito, tutti attratti dai gesti, dagli oggetti, dagli elementi utilizzati. La via simbolica è anche, probabilmente, uno dei modi migliori per comprendere il senso di questo sacramento e provare a rispondere a una domanda tutt’altro che scontata: che cosa offriamo a un bambino quando lo battezziamo?
Mi colpisce sempre, anzitutto la qualità dei simboli utilizzati nel battesimo: l’acqua, la luce, il sale, l’olio, una veste bianca. Sono segni semplici, primordiali, insieme però carichi di senso. Quasi a dire che nel battesimo si va al fondo delle cose, al centro delle questioni. Non è a tema infatti un dettaglio della vita del bambino e degli adulti che lo circondano, bensì i punti decisivi dell’esistenza umana,la sua possibilità di essere luminosa, mai arida, dignitosa, custodita, anche medicata (è il senso dell’olio inteso come unguento medicinale) quando ferita dalla malattia e dal mistero del male. Tutto è già in quel battesimo: l’arsura del desiderio, la paura delle tenebre, la domanda sulla propria condizione, la necessità dell’appartenenza, la ricerca della sapienza e dell’autenticità.
Wednesday, 12 March 2014 16:50

il dono e la scelta

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Cosa consegniamo a un bambino che nasce e viene al mondo?

di Andrea Ciucci

I doni preziosi che un neonato riceve sin dal primo vagito sono molti e fondamentali: al proprio figlio che nasce due genitori consegnano un mondo da abitare, un futuro da vivere, un affetto che lo circonda e lo sostiene, una casa che lo accoglie. Ogni nascita è accompagnata, tranne casi eccezionali e fortunatamente assai rari, da una sostanziale comunicazione di fiducia: mettendo al mondo un figlio, suo padre e sua madre gli annunciano che questo mondo, pur con tutti i problemi che lo segnano, merita di essere vissuto.
Il bambino capisce e accoglie dal primo giorno della sua esistenza questo sguardo positivo sulla realtà, certo non con parole e riflessioni, bensì sperimentando il calore degli abbracci, il cibo che non viene meno, la cura amorevole di uomini e donne che gli vogliono bene e di cui  impara, giorno dopo giorno, a fidarsi. Anche i genitori e tutti i familiari non sempre sono pienamente consci di questo grande messaggio di speranza e fiducia che trasmettono al nuovo nato: tutto avviene quasi naturalmente e spesso dentro una fretta e una preoccupazione carica di affetto che, improvvisamente, occupa pensieri e gesti, giorni e notti, soprattutto notti felicemente e stancamente insonni.
Thursday, 07 January 2016 16:27

Sul Calvario trionfa l’amore

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La morte di Gesù in croce: quinto mistero doloroso

di Ottavio De Bertolis

Qui troviamo tutto. Durante la scansione delle dieci “Ave”, possiamo fare memoria delle parole di Gesù: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno. E’ la grande assoluzione che Gesù ha donato a tutto il mondo, quel mondo che pure, quando Egli venne tra i suoi, non lo ha voluto accogliere. Gesù ci mostra il Padre in queste parole, e in particolare ci mostra la Sua giustizia: infatti non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ci ha amato per primo. Ancora, san Paolo afferma che Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza – quella disobbedienza che ci è denunciata e rivelata al tempo stesso dalla legge – per usare a tutti misericordia. Possiamo sentire intimamente come questa misericordia, il perdono di Gesù su noi, avvolge tutti gli uomini, credenti e non credenti, vicini e lontani: anzi, in Cristo tutti noi che eravamo i lontani – lontani cioè da Dio per le nostre colpe – siamo diventati i vicini. Allora, visto che siamo stati perdonati, possiamo perdonare: contemplare il perdono di Gesù su tutti noi, perdono ingiustamente concesso perché nessuno lo aveva meritato, ci aiuta a perdonare a nostra volta, superando ogni divisione e inimicizia.

Thursday, 03 December 2015 11:09

La fatica del vivere sulle spalle di Gesù

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La salita al Calvario: quarto mistero doloroso

di Ottavio De Bertolis

Nessuno di noi sale al Calvario volentieri: questo è certo, e c’è di che raffreddare le nostre emozioni illusorie. Del resto, tutto è scritto nel Vangelo: è il Cireneo uno che aiuta Gesù a portare la croce. Ma chi era questo uomo di Cirene, appunto, una regione, tra l’altro, semi pagana, dove il culto non poteva essere osservato in tutta la sua purezza legale, secondo cioè i precetti di Mosè? Era uno che ritornava dalla campagna, dopo una giornata di duro lavoro; si trovò di fronte una scena abbastanza normale per quei tempi, cioè uno squadrone di polizia che portava al supplizio un poveraccio, accusato di sedizione, dunque di avere cospirato contro il potere di Roma, inviso agli scribi e ai farisei, cioè in fondo alle persone più in vista e verosimilmente più pie di tutto Israele.

Wednesday, 09 September 2015 14:07

La più prodigiosa corona regale umiliata nello scherno

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La coronazione di spine: terzo mistero doloroso 

di Ottavio De Bertolis

Quante volte nella Scrittura troviamo espressioni come: “Illumina su di noi il tuo volto, Signore”. Ed ecco come quelle invocazioni sono state esaudite: Dio mostra il Suo volto nel Figlio, perché davvero chi vede lui vede il Padre; ed il Figlio mostra la Sua gloria non nella logica umana, ma nella sua sapienza, che è follia agli occhi di questo mondo, cioè nel Suo volto schernito, deriso, sfigurato, facendosi “uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia”, secondo Isaia.

Infatti davanti a tutti i poveri noi giriamo il volto da un’altra parte, proprio perché ci è difficile sostenere il loro sguardo; ma così chiudiamo gli occhi davanti a Gesù stesso, in loro realmente presente. E così la contemplazione di questo mistero deve portarci lungo due binari, che poi sono il medesimo: da un lato il contemplare Dio, come si è manifestato, e dall’altro contemplare gli uomini, i loro stessi volti come immagine e somiglianza del volto di Dio.

Friday, 03 July 2015 15:09

Gesù alla colonna non ci ha amato per scherzo

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La flagellazione: secondo mistero doloroso 

di Ottavio De Bertolis

 

Contemplare la flagellazione del Salvatore significa entrare nel mistero per il quale Egli scelse di salvare il mondo precisamente umiliandosi, ossia rinunciando a quel che gli sarebbe spettato per diritto, a quel che era giusto, a quel che sarebbe stato dovuto. La flagellazione è dolorosa non solamente dal punto di vista fisico; ciò che la rende veramente insopportabile è la sua ingiustizia. Gesù è continuamente provocato durante il suo processo: ma Egli non aprì bocca, non fece valere le sue ragioni, non chiese nemmeno al Padre una legione di angeli che lo liberassero. Rinunciò a farsi giustizia, a fare valere i suoi diritti, affidando al Padre la sua causa, rimettendo la propria sofferenza nelle Sue mani.

Wednesday, 10 June 2015 13:47

Il peso della solitudine

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L’agonia del Signore nell’orto degli Ulivi: primo mistero doloroso 

di Ottavio De Bertolis

Possiamo contemplare la scena, mentre recitiamo le “Ave Maria”: qui è vedere come il Signore è prostrato a terra, e supplica il Padre di avere misericordia dei suoi discepoli, che stanno per abbandonarlo, e di tutto il mondo, che non lo ha accolto. Si adempiono qui le parole del Salmo: “Mi angustiavo come per l’amico, per il fratello; come in lutto per la madre mi prostravo nel dolore”; e noi sappiamo che Gesù ha chiamato fratello, sorella e madre coloro che fanno la volontà del Padre suo: e compiere la volontà del Padre è credere a Colui che Egli ha mandato.

Monday, 16 March 2015 12:58

Nasce un'umanità redenta

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La Pentecoste: terzo mistero glorioso

di Ottavio De Bertolis

 
La discesa dello Spirito Santo produce nel Corpo mistico di Cristo, cioè nella Chiesa, gli stessi effetti, per dire così, che ha prodotto sul corpo fisico, di carne, di Gesù. Gesù è risorto per la potenza dello Spirito Santo: il corpo fisico di Gesù è stato assorbito, per così dire, dalla vita divina, inesauribile ed eterna, che è lo Spirito del Padre, che viene riversato in pienezza su di Lui, il capo del suo Corpo mistico. Quella di Gesù, infatti, non è una “semplice” rianimazione, come quella di Lazzaro, ma è l’ingresso di Gesù, del Cristo segnato dalle ferite e dalla morte, nella gloria del Padre, nel Suo mondo, nella Sua vita. E così lo Spirito vivificante, che il Padre ha riversato su di Lui, scende dal capo a tutte le sue membra, a tutto il Corpo di quel Capo, cioè alla Chiesa.