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Opere della Pia Unione

Opere della Pia Unione (34)

Thursday, 04 February 2016 14:39

La Pira un cristiano autentico da imitare

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L’opera ben riuscita del nostro direttore don Mario Carrera su un cristiano impegnato

di Antonio Lovascio

Giorgio La Pira non era uno svagato sognatore, ma un “moltiplicatore” di Fede autentica, un testimone concreto della carità (come San Luigi Guanella), pronto a far giungere il suo grido di pace dove si innescavano i conflitti. Un siciliano innamorato di Firenze, “terrazza aperta sul mondo”: «I suoi tetti – diceva - formano un “tutto” armoniosamente unito... Città celeste e città terrestr». Impressionato dalla misura dell’uomo che vi si riflette (è la cifra dell’Umanesimo). Gli serviva a spiegare il rapporto finito-infinito, divino-umano.

Anche le parole subiscono il logorio del tempo; sia la «Santa Crociata» sia gli «araldi» hanno perso il loro significato originario e il tempo ha rivestito queste parole, ieri esaltanti, con una connotazione leggermente negativa. L’araldo nelle corti medievali svolgeva la funzione di ambasciatore. Nel tempo la stessa parola ha assunto il carattere di condottiero, di banditore, di messaggero.
La nostra sensibilità e spiritualità moderna preferiscono sostituire la parola araldo con «amico».  Un salmo parlando di un amico dice: «Tu sei mio compagno, confidente e legati da profonda amicizia»; per questo motivo il gruppo degli antichi «Araldi di san Giuseppe» assume il nome di «Amici di san Giuseppe», bambini e adolescenti che si mettono sotto la protezione  del Papà terreno di Gesù per condividere la confidenza e la sua protezione nella crescita degli anni.
Nelle nostre famiglie oggi i ragazzi sono coperti di tante cose, di attenzioni per la loro salute, di soddisfazione immediata per i loro desideri, ma troppe volte sono orfani di punti di riferimento, di modelli con cui confrontarsi.  Troppe volte i bisogni materiali, la ricerca affannosa di farli apparire da parte dei genitori nascondono un vuoto, una sete di confidenza, di dialogo, di voglia di confrontarsi.

di Gabriele Cantaluppi

Molti cuori innamorati di San Giuseppe hanno dato inizio alla filiale della Pia Unione in terra brasiliana. Encomiabile solidarietà nella missione

Circa  trent’anni prima i frati cappuccini di Trento erano giunti a San Paolo del Brasile per iniziare il loro ministero pastorale erigendo anche una chiesa, che sarebbe diventata la parrocchia dell’Imma­colata Concezione: in quel luogo il 19 marzo 1923 venne aperta la prima filiale della Pia Unione del Transito di San Giuseppe in quella terra, costituendo il Centro nazionale.
Nel suo primo viaggio in Brasile, effettuato mentre si stava dirigendo in visita alle case  dell’Argentina, il Superiore Generale dei guanelliani don Leonardo Mazzucchi nel 1938 sostò presso questo convento, ospitato dal padre Isidoro, direttore nazionale della Santa Crociata, col quale visitò anche alcune località in previsione dell’apertura di qualche opera guanelliana in quella terra. Fu lo stesso padre ad interessarsi per trovare la sede e riuscì ad avere in donazione condizionata la casa di una certa Sabina Fleming in San Paolo.
Era urgente che i nostri confratelli vi giungessero, anche perché il provinciale dei Cappuccini aveva fatto sapere di dover trasferire lontano padre Isidoro  e sospendere il Centro della Pia Unione.

Friday, 09 August 2013 13:48

La bellezza salva il mondo dei credenti

di Stefania Severi

La porta costituisce il luogo dello scambio tra ciò che è fuori e ciò che è dentro, in termini fisici e soprattutto metafisici. Una porta costituisce per lo scultore una sfida ed un traguardo per la propria carriera


Per ogni scultore, e questo vale anche per Benedetto Pietrogrande, la realizzazione della porta di una chiesa rappresenta un impegno importantissimo. L’artista è infatti consapevole dell’alto valore simbolico di tale lavoro: la porta costituisce il luogo dello scambio tra ciò che è fuori e ciò che è dentro, in termini fisici e soprattutto metafisici. Basta ricordare, su tutte, le porte del Tempio di Salomone, di cui nel I libro dei Re si dà esatta spiegazione circa i tipi di legno, le decorazioni e la copertura a foglia d’oro. Una porta, anche sotto il profilo squisitamente tecnico, presenta vari problemi: è una sfida tra ciò che è piano e ciò che è tridimensionale; implica una visione complessa dell’insieme che tenga conto di ciò che è a livello dello sguardo del fruitore e ciò che è al di sopra e al di sotto di esso; deve consentire la armonica fruizione sia del particolare che del generale senza disarmonie tra le varie parti; deve tener conto della relazione con la struttura architettonica; deve rispondere alle esigenze, ai valori ed alle intenzioni della committenza.

Il 26 maggio, nel ricordo dell’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di don Guanella, realizzeremo un sogno che portava nell’anima: vedere applicate all’antica porta del duomo di Milano delle rappresentazioni sacre. La porta del duomo fu dismessa per lasciare spazio alla nuova porta di bronzo progettata dallo scultore Lodovico Pogliaghi.
Si procederà all’inaugurazione della nuova «Porta della fede» che renderà ancora più splendente la facciata della nostra basilica, con pannelli raffiguranti i protagonisti della nostra storia di salvezza che accompagneranno i fedeli all’incontro con Dio per mezzo della preghiera.

Inaugurazione il 26 maggio 2013!

Quelle figure scolpite nel bronzo portano in una simbolica filigrana il nome di tanti associati alla Pia Unione del Transito di San Giuseppe che hanno collaborato con la loro generosità ad abbellire la «Porta della fede» con l’auspicio che davvero sia per coloro che si affacceranno a quella porta una soprannaturale carezza per infondere coraggio alla vita e costanza nella fede.I santi raffigurati nei bassorilievi sono campioni di fede che hanno realizzato i progetti che Dio aveva su di loro.

Wednesday, 17 April 2013 12:01

In gara con i “centimetri”

Nelle nostre unità di misura troviamo il peso e i centimetri. Il peso di una formella del nuovo portale della Basilica è di poco meno di 50 kg e con una superficie di circa 400 centimetri.
Calcolando il costo di una formella, finita e applicata al nuovo portale, si arriva alla spesa di euro 8000.
In questi dieci pannelli ogni centimetro quadrato è simile a un ideale mosaico in onore di San Giuseppe e ogni centimetro ha un costo di 20 euro.  
Allora 1cm² = euro 20 e 2cm² = euro 40 e a seguire: 3cm² = euro 60; 5cm² = euro 100; 10cm² = 200; 100cm² = euro 2.000 e così in prosieguo sino al pannello completo ed eccoci a 400cm² =  euro 8000.
Per chi intende collaborare alle spese per la realizzazione di questo pregevole omaggio a San Giuseppe nel giubileo della nascita della Pia Unione, si può utilizzare il c.c.p. n. 413005 o tramite bonifico bancario con l’Iban IT17W056 9603 2030 00002903X43 della Pia Unione.
Per informazioni: tel. 06 39737681 o 06 39740055,
all’e-mail: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

Nell'iconografia Ambrogio è raffigurato con le insegne del vescovo e ha per attributi il libro, perché è dottore della Chiesa, cioè maestro autorevole di dottrina; l'alveare, che è simbolo di eloquenza ed allude alla leggenda che le api posarono in lui ancora bambino del miele sulle sue labbra, senza pungerlo; il flagello, allusivo alla sua fermezza nel combattere l’eresia ariana e nel contrastare gli abusi del potere imperiale.


Iniziative spirituali e opere concrete di carità

La lettera di San Giacomo afferma che  «la fede se non è seguita dalla opere  in se stessa è morta», questo vuol dire che la fede non nasce direttamente dalle opere, ma fiorisce spontaneamente nelle opere di carità.
Queste due  virtù teologali camminano insieme come gemelle: ecco perché accanto alla preghiera e al culto di San Giuseppe fioriscono molte opere di carità che trovano il loro giardino nell’attività caritativa della’Opera don Guanella soprattutto in terra di missione: dall’India al Brasile, dalle Filippine agli Usa, da Nazareth a Roma,  dalla Colombia al Cile e in tante altre nazioni africane e dell’America del Sud. Il pane di San Giuseppe arriva a tutti questi fratelli bisognosi  di aiuto; così l’elemosina si fa suffragio, un personale sacrificio economico personale si fa beneficio per molti.

Wednesday, 14 March 2012 11:12

"Ain Karin - visitare"

Don Guanella diceva che «chi dona al povero presta a Dio» e Dio è molto generoso nella sua ricompensa. Nell’evento della canonizzazione lo Spirito di Dio ha seminato propositi di generosità soprattutto indicando la strada maestra della santità nelle Opere di misericordia corporali e spirituali.
Già lo scorso Natale la nostra Pia Unione ha regalato, ai carcerati rumeni di Rebibbia a Roma, 250 copie del Nuovo Testamento nella loro lingua. L’iniziativa ha suscitato interesse tra gli iscritti della nostra Associazione e si vorrebbe estendere l’esercizio di carità attraverso la costituzione di un’associazione di volontariato denominata «Ain Karin- visitare», a ricordo della visita di Maria ad Elisabetta.
L’associazione ha la finalità di rispondere evangelicamente al «questionario» per il lasciapassare dell’eternità, ripercorrendo la galleria dei volti dei poveri in cui il Cristo ha voluto immortalarsi: il carcerato, l’ammalato, l’infermo, l’affa­mato, i senza tetto, gli immigrati, lo straniero.
L’Associazione s’impegna a inviare la pubblicazione de «La Santa Crociata in onore di San Giuseppe», come altre pubblica­zioni a carattere religioso e culturale a tutti i cappellani delle carceri italiane affinché le distribuiscano ai detenuti favorendo la "rievan­gelizzazione". Durante la recente visita al carcere di Rebibbia, Benedetto XVI ha ricordato che «La Chiesa riconosce la propria missione profetica di fronte a coloro che sono colpiti dalla criminalità e il loro bisogno di riconciliazione, di giustizia e di pace».
Gli associati alla Pia Unione sono invitati a unirsi nella preghiera a questi generosi costruttori di una pace riconquistata e anche a contribuire alle spese che la nostra carità dovrà sostenere per accendere una luce di speranza nell’animo del nostro prossimo. Nella vita di Madre Teresa di Calcutta si legge che quando una giovane si presentava per chiedere di entrare nella sua congregazione, Madre Teresa le diceva di aprire la mano destra e poi di ripiegare le dita uno per volta dicendo: «questo/l’hai/fatto/a/me» - le cinque parole di Gesù nell’evangelo del nostro giudizio finale.

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