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Il Centro San Luigi Guanella di Iași (Romania) è sulla griglia di partenza. è stata la  Provvidenza divina a volere che tale opera accogliesse i disabili. La Pia Unione darà il suo determinante sostegno confidando nella generosità dei suoi iscritti.

di fratel Franco Lain

Domenica 23 ottobre 2022 la grande cappella delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza a IaŞi (Romania) è traboccante di persone, non solo nell’aula e sul presbiterio, ma anche sulle balconate e nel corridoio.

È riunita una vivace rappresentanza di tutta la Famiglia guanelliana: oltre alle suore e ai Servi della Carità, ci sono i “buoni figli” venuti da Bucarest e dal centro di Barnova, le ragazze del convitto, gli anziani della Casa di riposo, i seminaristi, i cooperatori guanelliani e poi famiglie e amici che celebrano la festa di san Luigi Guanella, insieme ai rappresentanti della Chiesa locale, il vescovo emerito mons. Petru Gherghel, il vicario della diocesi, il sacerdote responsabile della Caritas diocesana. È davvero una festa di famiglia, ma particolare, perché oggi si posa la prima pietra del Centro San Luigi Guanella, la Casa dei Servi della Carità a Iași.

L’attesa è durata anni. Le suore guanelliane, presenti in Romania fin dagli anni Novanta dello scorso secolo, avevano continuamente richiesto la presenza della congregazione maschile. Un sacerdote guanelliano, don Francesco Bernardin,  era stato con loro per anni come cappellano, ma poi era stato richiamato in Italia. Finalmente nel 2015 è stato avviato un vero progetto di presenza; arriva il primo confratello, padre Alphonse Bakthiswalagan,  proveniente dall’India, seguito poco dopo da un secondo. Il loro primo impegno è stato l’assistenza spirituale alle opere delle consorelle e l’animazione vocazionale. Le suore con generosità hanno offerto subito una sistemazione alla piccola comunità nella loro propria casa e ben presto c’è un primo gruppetto di aspiranti. I giovani confratelli però, da buoni guanelliani, non si limitano a queste attività; a partire dal servizio fatto dalle suore nella mensa per i poveri, iniziano ad aiutare le persone senza fissa dimora, che a Iași sono parecchie e vivono il rischio del rigido inverno rumeno. Dall’offerta di un tè caldo la sera si passa a servizi più necessari, quali il vestiario, il cibo, l’igiene personale… 

Siccome continua il piccolo flusso di studenti interessati alla nostra vita, gli spazi offerti dalle suore diventano sempre più stretti. Si comincia a progettare una Casa che possa dare spazio alla comunità e nel medesimo tempo dare un riparo notturno alle persone senza fissa dimora, al fine  di reinserirle nella vita sociale. Ancora una volta, le suore guanelliane aprono la strada offrendo un loro terreno, grazie a una permuta tra il terreno di Iași  e un altro che i Servi della Carità possiedono nella Repubblica Democratica del Congo, che faciliterà la presenza delle guanelliane in Africa.

Ma mentre in Romania si avvia la lunga procedura delle autorizzazioni necessarie, la divina Provvidenza muta il percorso. In seguito ad una migliore approccio ai destinatari della prima ora, i senza fissa dimora, appare chiaro che la maggior parte di loro non accetterà di stabilirsi in una casa, e così i guanelliani passano ad offrire un servizio tramite un camper con speciale attrezzatura che comprende i servizi per l’igiene della persona, il vestiario e una piccola sala medica. Spostandosi in diversi luoghi nella città, riescono a dare aiuto e sostegno senza “legare” ad un posto fisso. Nel frattempo, sempre con la guida della Provvidenza, due centri per disabili chiedono il nostro aiuto. Nati subito dopo la caduta del comunismo, avevano accolto piccoli orfani con disabilità che rischiavano di morire d’inedia e di stenti negli orfanatrofi pubblici. Ora gli ospiti sono giovani e adulti e i due centri trovano difficoltà a continuare la loro opera. Mettendo insieme queste circostanze, i guanelliani mutano il progetto dagli homeless alle persone con disabilità intellettiva, ma dedicando anche parte della nuova Casa per la vita della comunità religiosa e dei giovani aspiranti.

Questo 2022 è diventato dunque anno cruciale per la sistemazione dei Servi della Carità in Romania: nel settembre scorso i primi due giovani confratelli rumeni hanno emesso la professione religiosa, e il 23 ottobre si è posata la prima pietra della Casa di Iași. La cerimonia molto partecipata, vivace e allo stesso tempo composta, è stata presieduta dal vescovo Petru Gherghel, che si è mostrato solenne e allo stesso tempo commosso, attorniato dai “buoni figli” come accoliti. Dopo la Messa, in processione si è portata la pietra fondamentale, la pergamena e l’immagine del fondatore Guanella sul cantiere. La pioggerella che cadeva dal mattino era scomparsa e  tutti hanno partecipato alla preghiera. La posa è stata fatta dai rappresentanti della Chiesa locale, delle congregazioni guanelliane maschile e femminile, da alcuni cooperatori, dai costruttori, i disabili, i seminaristi. 

C’è ora bisogno di un supplemento di speranza perché, a motivo della situazione di crisi e di guerra, il preventivo per la costruzione è aumentato a dismisura. Ma don Guanella, che ha sperimentato situazioni analoghe e più difficili, ci ha lasciato il cosiddetto “metodo del serpente”. Scriveva nel 1894: «Quando la Provvidenza manifesta chiaramente i suoi intendimenti e ne apre la via, allora bisogna entrarvi e operare quel meglio che si può. Per aprire una Casa bastano umili principi. Si incomincia a mettere il capo per mettervi il corpo tutto, imitando in ciò la prudenza del serpente». Dopo tanto tempo da quei primi inizi, ci troviamo in Romania a praticare la sua stessa strada, che per noi è la migliore. Sappiamo infatti che la divina Provvidenza ci ha guidato fin qui e certamente non mancherà in futuro.