Il carisma è “grazia”, è un “dono” che Dio fa alla persona, è come uno scrigno di preziosi valori affidati a qualcuno, perché li viva a beneficio proprio e degli altri
di Vito Viganò
Nella tradizione cristiana è considerato un segno della bontà divina l’emergere di personaggi che nel loro vivere sono animati da una forza interiore speciale, chiamata carisma. Persone carismatiche sono stati i grandi fondatori di ordini monastici, come Bernardo di Chiaravalle, Francesco d’Assisi, Domenico di Guzman, Ignazio di Loyola. A cavallo tra ‘800 e ‘900 c’è stata tutta una fioritura di “santi della carità”, come don Guanella, fondatore della Pia Unione del Transito di San Giuseppe, il Cottolengo, il Murialdo, don Bosco, don Orione, madre Teresa di Calcutta, tutti protagonisti di un carisma provvidenziale nel fare del bene.
Nel significato della parola che deriva dal greco, il carisma è “grazia”, è un “dono” che Dio fa a un individuo. Ogni carisma è come uno scrigno di preziosi valori affidati alla persona, perché li viva a beneficio proprio e degli altri. Oltre alla vita spirituale vissuta come priorità, i valori del carisma guanelliano sono quelli di una carità dedita ad alleviare disagio, sofferenza, esclusione di categorie sfavorite, per assicurare “pane e paradiso” anche agli emarginati, agli ultimi nella società. Ognuno in un modo particolare, tutti i “santi della carità” si sono dedicati senza risparmio – oltre che alla pratica appassionata dei valori spirituali – ai valori sociali della solidarietà e della benevolenza, come testimoni viventi della carità cristiana.
Un carisma provvidenziale e seducente. Il carisma si caratterizza per il dinamismo che anima la persona nel praticare i valori che testimonia, con una convinzione così assoluta da sembrare prodigiosa. Proverbiale è stata la “testardaggine” di don Guanella nel realizzare le sue iniziative di carità, malgrado dissuasioni, opposizioni, difficoltà di ogni sorta. Miracoloso sembrava il sorgere e il prosperare di strutture benefiche a favore di persone svantaggiate, opere basate su una coraggiosa fede nella Provvidenza divina, non certo sulla disponibilità di capitali o di sovvenzioni economiche garantite.
Come una fiamma che accende altre fiamme, il carisma anima la persona che l’ha avuto in dono e insieme risveglia in tanti altri cuori la passione per gli stessi valori e ideali, per un impatto contagioso, per una benefica seduzione. L’istinto “mimetico” di guardare quel che fanno gli altri per ispirare il proprio modo di vivere, funziona specialmente bene in presenza del carisma, per l’intensità convincente con cui è vissuto dalla persona carismatica, che diventa in tal modo fondatore di un movimento spirituale. In questo caso l’effetto benefico del carisma si prolunga nel tempo, anche per secoli, come dimostrano i grandi ordini monastici che trovano ancora oggi seguaci appassionati della vita contemplativa.
Una trasmissione delicata. Dal fondatore, il dono divino del carisma si trasmette a chi è attratto a seguirne l’esempio, invogliato così a impostare il proprio vivere nel segno del dono ricevuto. Più che fare come il fondatore, è prioritario per i seguaci dedicarsi convintamente ai valori che formano l’essenza preziosa del carisma. A volte, nella storia dei grandi ordini monastici, si è verificato qualche periodo di affievolimento, di perdita della freschezza originale. Ma grazie alla forza del carisma, c’è stato in seguito qualche altro seguace capace di infondere nuovo slancio alla pratica fedele dei valori essenziali e originari.
Delicato si rivela anche l’impegno di continuità nel portare avanti le opere iniziate dal fondatore. Le attività sono l’espressione della fecondità del carisma quando esso è vissuto interiormente in modo totale. Mentre i valori sono senza tempo, le pratiche possono variare. Quelle adottate da un fondatore restano legate alle situazioni della sua epoca; sono dunque da adeguare se le condizioni cambiano. E non è sempre facile trovare le modalità che garantiscano una continuità feconda. Si corre il rischio di adeguarsi a una pratica scialba, legata a situazioni superate, o peggio di impegnarsi in attività che non sono più animate dal vivere a fondo i valori di cui dovrebbero essere espressione.
Umanità e carisma. Il carisma, dono divino, ha bisogno di un supporto umano per sviluppare la sua funzione benefica. In un connubio fecondo, s’innesta sulla persona, che resta conquistata e accetta di mettere a disposizione il proprio essere, col proprio stile, per vivere, esprimere, servire e testimoniare i valori che il carisma propone. Quando la forza e l’esempio seducente della persona carismatica arrivano a conquistare dei seguaci, questi sono altre umanità che si dichiarano ugualmente disposte a dedicare la propria esistenza per tener vivo e fecondo nel tempo quel carisma. Ai seguaci tocca il compito non facile di esprimere il proprio essere ispirandosi al fondatore come modello, praticando l’identico carisma, ma con un proprio stile personale.
Ispirarsi non è copiare: il carisma non vive di imitazioni, per quanto ben riuscite. Esso resta fecondo solo grazie a modi personali convinti, impegnati fino in fondo nella pratica fedele dei valori proposti. Non è cosa facile integrare le esigenze del carisma nella propria realtà personale. Eppure, la storia degli ordini e delle congregazioni offre tanti esempi di seguaci dei grandi fondatori che sono riusciti nel miracolo di far rivivere e rinnovare la vivacità del carisma, realizzando nel contempo la pienezza del proprio vivere.