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Giovedì, 30 Gennaio 2014 15:45

L'Ara Pacis

di Stefania Severi
Disegni di Alfredo Brasioli

Per seguire, in un percorso storico-artistico, le tracce della diffusione del Cristianesimo a Roma, iniziamo dal primo dato storicamente incontrovertibile, il principato di Ottaviano Augusto sotto il quale, “toto orbe in pace composito”, come si legge nel Martyrologium Romanum, ebbe luogo il censimento in tutto l’Impero.

A tale censimento non si sottrasse neppure Giuseppe della stirpe di Davide, che si recò a tal fine a Nazareth con la sposa in attesa di un figlio… Il resto della storia è noto. E’ da sottolineare che il censimento di tutti i popoli soggetti a Roma avveniva con la ritrovata pace, infatti Ottaviano era giunto al potere dopo anni di guerra civile scatenata dall’uccisione di Giulio Cesare.

La celebre battaglia navale di Azio, in cui Ottaviano aveva sconfitto Antonio, l’ultimo suo antagonista alleatosi con Cleopatra dei Tolomei d’Egitto, aveva decretato la fine della guerra. E da quel 31 a.C., per gli storici, termina l’Ellenismo, cioè la supremazia linguistico culturale della Grecia, ed inizia l’Età romana. Ottaviano riconquistato stabilmente il potere si pose al riordino dell’Impero ed al riassetto urbanistico di Roma. Con una certa enfasi non priva di verità egli disse che aveva trovato una città di mattoni e l’aveva restituita in marmo.

Giovedì, 30 Gennaio 2014 14:04

La morte non chiude il sipario alla vita

La catechesi di Papa Francesco

«C’è un modo sbagliato di guardare la morte. La morte ci riguarda tutti, ci interroga in modo profondo, specialmente quando ci tocca da vicino, o quando colpisce i piccoli, gli indifesi in una maniera che ci risulta ‘scandalosa’. A me sempre ha colpito la domanda: perché soffrono i bambini?, perché muoiono i bambini? Se viene intesa come la fine di tutto, la morte spaventa, atterrisce, si trasforma in minaccia che infrange ogni sogno, ogni prospettiva, che spezza ogni relazione e interrompe ogni cammino. Questo capita quando consideriamo la nostra vita come un tempo rinchiuso tra due poli: la nascita e la morte; quando non crediamo in un orizzonte che va oltre quello della vita presente; quando si vive come se Dio non esistesse.

Lunedì, 30 Dicembre 2013 16:42

Presentazione del calendario 2014

La collaboratrice della rivista La Santa Crociata in onore di San Giuseppe, la dott.ssa Stefania Severi, in questi giorni è stata intervistata da Radio Vaticana per presentare il nostro Calendario 2014, raffigurante le formelle del portone bronzeo della Basilica di San Giuseppe al Trionfale. Ne riportiamo l'intervista audio.

Ascolta!

Lunedì, 09 Dicembre 2013 13:28

Trasmissione radio - Dicembre 2013

L'8 dicembre, Papa Francesco e' stato accolto da un bagno di folla nel centro di Roma. A Piazza di Spagna, dove ha reso omaggio alla statua dell'Immacolata, il pontefice ha detto: "Il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti. La solitudine degli anziani e la fragilita' dei bambini ci commuovano. Ogni vita umana sia da noi amata e venerata".

Francesco ha pregato ad alta voce, ai piedi della Madonna di piazza di Spagna.

 

"Tu - ha aggiunto - sei la 'tutta bella', o Maria, la parola di Dio in te si e' fatta carne.

Fa che non smarriamo il cammino della nostra esistenza, che il calore contagioso dell'amore illumini il nostro cuore".

Sia questa divina bellezza - ha invocato - a salvare noi, la nostra citta' e il mondo intero".

Ascolta!

Giovedì, 07 Novembre 2013 14:31

Il grande passo

di Graziella Fons

Accompagnare e umanizzare con la carità

La morte e il morire sono due realtà che la nostra società tende ad accantonare dimenticando che l’amore e la morte sono le lettere dell’alfabeto con cui si declina l’esistenza umana. Dal primo lutto dell’umanità la morte è diventata enigma che turba la coscienza di tutti e proietta nei giorni dell’esistenza un cono di fitta ombra che diventa per alcuni una prospettiva angosciante e, per chi ha fede, un parto alla luce di Dio dopo una prolungata gestazione nell’arco della vita.

Lunedì, 07 Ottobre 2013 13:01

Trasmissione radio - Ottobre 2013

«Un angelo tutto per me»

L'Ora di Compieta è il nostro inno di lode per il giorno trascorso e il consegnare a Dio il nostro sonno perché sia generatore di nuove e fresche energia per l’indomani. Nell’orazione finale, prima di recitare la preghiera finale, diciamo: «Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo». E prima c’è l'orazione finale: «Visita, o Signore, questa tua abitazione, e allontana le insidie degli spiriti cattivi; i tuoi

Angeli abitino in essa, e la custodiscano in pace». In quel momento, nel silenzio della nostra camera o sotto le volte solenni di un’abbazia come nel sogno di Giacobbe, descritto nel libro della Genesi, ci sembra di vedere tanti Angeli che, scendendo dall'alto popolano il cielo di benedizioni che scendono su tutte le famiglie come l'ultima benedizione della giornata.

In questo giorno dedicato dalla liturgia alla memoria degli angeli non possiamo sorvolare le prime pagine dell’evangelista Matteo che nella fase del fidanzamento e dei primi mesi delle vita di Gesù popola  i sogni di Giuseppe con la presenza degli angeli che gli indicano la strada da percorrere e i misteri da accettare  e il compito di custodire la sua sposa Maria a Nazareth, e poi la famiglia a Betlemme e poi in Egitto.

Ascolta!

 

Giovedì, 05 Settembre 2013 11:33

Trasmissione radio - Settembre 2013

Questo nostro appuntamento mensile in compagnia di San Giuseppe è un appuntamento carico di affetto, di stima e di ascolto nell’armonia di suoni che solo l’anima innamorata e ricca di fede sa esperimentare. Vogliamo questa sera parlare a «cuore  a cuore» con San Giuseppe, il papà terreno di Gesù.
Vogliamo ambientare la nostra preghiera nella casa di Nazareth, questa famiglia esemplare che costruisce la propria esistenza in un intreccio tra il divino e l’umano.
San Giuseppe ci è maestro non tanto per le parole che non ha pronunciato, ma per l’ascolto che sa dare alle nostre parole e alle nostre richieste.
Il suo silenzio - l’abbiamo detto tante volte - non è mutismo, ma è un silenzio illuminato da irradiazioni con  tante sfaccettature che riflettono colori luminosi, quasi indicazioni di strade da percorrere per camminare  nel giusto sentiero della santità, pienezza di beatitudine evangelica.
All’inizio di questo appuntamento un cordiale saluto a tutti: alle ascoltatrice e agli ascoltatori, a chi ci ascolta in casa o per strada tornando dal lavoro, a chi sta preparando la cena, ma, in particolare modo, a chi è afflitto dalle molte contrarietà, avversità che partono dalla cattiva salute, dai disagi interiori delle depressione, dall’insofferenza nei confronti della stessa vita. Un saluto particolare a chi è arrabbiato con l’esistenza stessa, per chi ancora non ha trovato un motivo forte e valido per vivere, un ideale abbraccio a chi si sente inutile, solo, a chi è senza amici.

Ascolta!

 

di Gabriele Cantaluppi

Molti cuori innamorati di San Giuseppe hanno dato inizio alla filiale della Pia Unione in terra brasiliana. Encomiabile solidarietà nella missione

Circa  trent’anni prima i frati cappuccini di Trento erano giunti a San Paolo del Brasile per iniziare il loro ministero pastorale erigendo anche una chiesa, che sarebbe diventata la parrocchia dell’Imma­colata Concezione: in quel luogo il 19 marzo 1923 venne aperta la prima filiale della Pia Unione del Transito di San Giuseppe in quella terra, costituendo il Centro nazionale.
Nel suo primo viaggio in Brasile, effettuato mentre si stava dirigendo in visita alle case  dell’Argentina, il Superiore Generale dei guanelliani don Leonardo Mazzucchi nel 1938 sostò presso questo convento, ospitato dal padre Isidoro, direttore nazionale della Santa Crociata, col quale visitò anche alcune località in previsione dell’apertura di qualche opera guanelliana in quella terra. Fu lo stesso padre ad interessarsi per trovare la sede e riuscì ad avere in donazione condizionata la casa di una certa Sabina Fleming in San Paolo.
Era urgente che i nostri confratelli vi giungessero, anche perché il provinciale dei Cappuccini aveva fatto sapere di dover trasferire lontano padre Isidoro  e sospendere il Centro della Pia Unione.

Venerdì, 09 Agosto 2013 13:48

La bellezza salva il mondo dei credenti

di Stefania Severi

La porta costituisce il luogo dello scambio tra ciò che è fuori e ciò che è dentro, in termini fisici e soprattutto metafisici. Una porta costituisce per lo scultore una sfida ed un traguardo per la propria carriera


Per ogni scultore, e questo vale anche per Benedetto Pietrogrande, la realizzazione della porta di una chiesa rappresenta un impegno importantissimo. L’artista è infatti consapevole dell’alto valore simbolico di tale lavoro: la porta costituisce il luogo dello scambio tra ciò che è fuori e ciò che è dentro, in termini fisici e soprattutto metafisici. Basta ricordare, su tutte, le porte del Tempio di Salomone, di cui nel I libro dei Re si dà esatta spiegazione circa i tipi di legno, le decorazioni e la copertura a foglia d’oro. Una porta, anche sotto il profilo squisitamente tecnico, presenta vari problemi: è una sfida tra ciò che è piano e ciò che è tridimensionale; implica una visione complessa dell’insieme che tenga conto di ciò che è a livello dello sguardo del fruitore e ciò che è al di sopra e al di sotto di esso; deve consentire la armonica fruizione sia del particolare che del generale senza disarmonie tra le varie parti; deve tener conto della relazione con la struttura architettonica; deve rispondere alle esigenze, ai valori ed alle intenzioni della committenza.

Venerdì, 09 Agosto 2013 13:14

Trasmissione radio - Agosto 2013

Carissimo San Giuseppe,
in questa calura estiva,idealmente, mi siedo accanto a te all’ombra di un albero per confidarti un sentimento di gioia per il clima di serenità che papa Francesco ci ha permesso di vivere la scorsa settimana con la Giornata mondiale della gioventù. Sono state giornate intense di fede, di speranza, di condivisione e soprattutto di programmazione della nostra vita.
Al termine di quell’esperienza, il papa ha consegnato ai giovani tre verbi: andate, senza paura e servite.
«Andate. In questi giorni, qui a Rio – ha detto papa Francesco-, avete potuto fare la bella esperienza di incontrare Gesù e di incontrarlo assieme, avete sentito la gioia della fede. Ma l'esperienza di questo incontro non può rimanere rinchiusa nella vostra vita o nel piccolo gruppo della parrocchia, del movimento, della vostra comunità. Sarebbe come togliere l'ossigeno a una fiamma che arde. La fede è una fiamma che si fa sempre più viva quanto più si condivide, si trasmette, perché tutti possano conoscere, amare e professare Gesù Cristo che è il Signore della vita e della storia (cfr Rm 10,9).

Ascolta!

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