Page 15 - Santa Crociata febbraio 2024
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lino, Piero. Lo stile di Consadori, in effetti, affonda nella grande tradizione figurativa della pittura italiana, ma è allo stesso tempo impregnato di modernità. Non per niente fu molto apprezzata dal papa san Paolo VI, legato al pittore da questo sentire, oltre che dalla comune origine bre- sciana. Consadori non si perde nel dettaglio, va all’essenziale; e così tocca il cuore: con colori scanditi e luminosi, con paesaggi scarni e intensi, con l’isolare fi- gure e oggetti, che però manten- gono il calore di un racconto e non assurgono a freddi simboli didascalici, come in tanta arte sa- cra contemporanea.
Tutto ciò è rilevabile fin dal primo riquadro in basso a sinistra nella cappella della Madre della Di- vina Provvidenza (i riquadri sono da leggere, secondo uno schema a U rovesciata, da sinistra a destra e dal basso in alto), che raffigura l’Annunciazione. Non manca in esso alcun elemento iconogra- fico tradizionale, a cominciare dalla colomba dello Spirito Santo, poggiata però sul davanzale della finestra come un dettaglio ca- suale; dal lavoro di filatura della
lana per il velo del Tempio, a cui Maria secondo i Vangeli apocrifi sarebbe stata intenta, reso però senza pedanteria, in modo fami- liare e moderno, attraverso un gomitolo al centro della scena (niente fuso!); dal gesto classico dell’angelo, che con fine intuizione è reso non con vesti e piume sfar- zose e fin troppo terrene, ma con un uniforme color seppia (si tratta pur sempre di un’essenza spiri- tuale); per finire con il biancore immacolato del giglio e, più in là, con quello della tunica e del volto della Vergine (in cui non è difficile scorgere il ritratto della moglie del pittore), ricoperta di un manto blu cobalto che tornerà anche in tutti gli altri riquadri: la «potenza dell’Al- tissimo» (Lc 1, 35).
Questo elemento ritorna, in ef- fetti, anche nel secondo riquadro, dedicato alla visita di Maria a Eli- sabetta, in cui la posa delle due donne è di nuovo tradizionale nella forma di uno stretto ab- braccio, che – pur non risalendo al testo di Lc 1, 39-56, dove si parla semplicemente di «saluto» – s’impone nell’arte occidentale a partire dal pieno Medioevo; a buon diritto, diremmo noi, viste
nella forma del bacio santo (cfr. Rm 16, 16).
A sinistra, sulla soglia di una porta, sono presenti in questa scena anche una donna seduta e intenta al suo lavoro – al tom- bolo, si direbbe — e un uomo in piedi, che invece guarda verso Maria. Potrebbe genericamente trattarsi di quei vicini o parenti di Elisabetta nominati da Luca (cfr. Lc 1, 58), ma nell’uomo, più probabilmente forse, vista la sua diversa attitudine, il pittore ha vo- luto raffigurare Zaccaria.
Da una parte, colpisce in que- sta scena il peso preponderante del paesaggio, così come av- viene in molti contemporanei ita- liani di Consadori (Carrà, Sironi e Rosai, fra tutti), che nel pittore bresciano non va, comunque, a discapito della pensosa raffigura- zione dei misteri della fede, anzi la esalta. Così fanno, in questo caso, le due murature curve che inquadrano e conducono Maria all’abbraccio con Elisabetta, la cui spoglia compattezza, a parte un po’ di verde al di là della mu- ratura di sinistra, è interrotta solo da un fusticello spinoso e da un vaso con fiori di color rosso vivido posto su un davanzale. Dall’altra, colpisce lo sguardo accorato e sospeso della ver- gine Maria, che può far pensare (in assenza, in questa serie di riquadri, della Presentazione al Tempio, con l’inclusa profezia di Simeone: «Anche a te una spada trafiggerà l’anima», Lc 2, 35) che quei fiori rossi e quel fusticello spinoso non siano solo un det- taglio paesistico, ma in qualche modo mirino già simbolicamente alla passione di Gesù.
Silvio Consadori, La Visitazione,
1911, affresco, Basilica di san Giuseppe al Trionfale, Roma.
La Santa Crociata in onore di San Giuseppe | febbraio 2024 15
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